Nella giornata di venerdì 7 aprile è morto improvvisamente l’artista Renato Picilli. Nato a Udine nel 1934, fin da ragazzo iniziò a lavorare il ferro nelle botteghe artigiane e nella ferriera, per esprimere ben presto la sua creatività con questo materiale. Le prime opere realizzate furono crocifissi e candelabri, passando poi a veri e propri monumenti. Il primo fu per la nascita, nel 1964, della sezione Afds del Villaggio del Sole. Il maestro Picilli, già attivo donatore, fu accompagnato sul Carso dall’allora presidente di sezione Remigio Montagnese, per scegliere personalmente la pietra che sarebbe stata il basamento della sua opera, a cui si è ispirato Gjiso Fior, autore dell’Inno al Donatore.
Da quel momento, il Maestro non ha interrotto il suo contributo alla crescita del patrimonio artistico regionale. Sono suoi diversi monumenti a favore dei caduti e mutilati sul lavoro a favore dell’Anmil, specialmente in provincia di Pordenone, per l’Ana e per i Fogolârs Furlans in Canada, Ungheria, Argentina e l’ultimo suo Cristo approdato recentemente in Nuova Zelanda.
L’elemento che accomuna le opere per i Fogolârs Furlans è la scarpa rotta, a testimoniare la povertà e la realtà dei fatti, ovvero che la maggior parte degli emigrati arrivavano nelle terre della speranza con le scarpe rotte, ma con una grande speranza di ricominciare la propria vita dignitosamente.
In ambito sportivo ha donato diversi trofei per il ciclismo, la box, i pescatori e i marciatori e fu l’ideatore del gran premio della gioventù di bocce e per questo nel 2007 gli fu conferito il Cavalierato per meriti sportivi, mentre il titolo di Ufficiale gli fu riconosciuto per meriti artistici.
“Cerco di plasmare il ferro e conferirgli un’anima, perché dall’umiltà si trasmette il bene alle persone”, questo è ciò che ha sempre animato il Maestro e che tutt’ora è espresso nelle opere pittoriche più moderne, che realizza ispirandosi all’impressionismo astratto. “Fonte di Vita” è l’ultimo suo monumento realizzato per la sezione Afds di San Rocco inaugurato lo scorso 11 marzo, evento al quale Picilli partecipò entusiasta. La prossima opera da realizzare sarebbe stata un monumento moderno dedicato ai giovani donatori per il sessantesimo della sezione del Villaggio del sole che ricorrerà nel 2024.
Picilli lascia le figlie Antonietta e Marisa e i nipoti, oltre a tanti ammiratori che hanno capito il significato celato dietro le sue sculture e la generosità che lo contraddistingueva.
Alla stesura dell’articolo ha collaborato Emanuela Cuccaroni
