Nel quarantennale della tragica morte, avvenuta il 2 novembre 1975, Pier Paolo Pasolini è al centro di numerose attività organizzate da Cinemazero. La partenza avviene all’estero, con la mostra delle foto che Deborah Beer, unica fotografa ufficiale ammessa sul set ‘blindato’, scattò durante le riprese dell’ultimo, controverso film del regista: ‘Salò o le 120 giornate di Sodoma’. Oltre 130 immagini inedite, custodite e valorizzate dall’Archivio fotografico Cinemazero Images, sono state ‘esportate’ al Kinodvor di Lubiana, allestendo un percorso che affianca all’apparato iconografico un essenziale supporto critico, frutto dell’approfondimento e dello studio portato avanti negli anni dall’associazione culturale pordenonese.
‘Salò’, basato sul noto testo del Marchese de Sade, ma ambientato nei giorni della Repubblica di Salò, intriso di brutalità, tortura e sesso, fu sin dall’inizio un film maledetto, sia per la sua complicata vicenda critica e distributiva (finì nelle maglie della censura), sia perché concluso poco prima della morte del poeta. Ed è tuttora un film raggelante per la violenza che rappresenta e per la straordinaria attualità che ha saputo mantenere. Secondo le dichiarazioni dell’epoca del poeta di Casarsa, la ragione profonda che lo aveva spinto a girare una pellicola così controversa era “vedere ciò che oggi il potere fa della gente: la manipolazione totale e completa che il potere sta facendo delle coscienze e dei corpi della gente”.