Con la recente scomparsa di Ovidio Colussi, casarsese classe 1927, allievo di Pasolini e cofondatore dell’Academiuta di lenga furlana, se ne va un pezzo di memoria storica della stagione del poeta in Friuli: di quel gruppo che nel febbraio 1945 diede vita al cenacolo letterario rimane solo Nico Naldini, classe 1929. Colussi è stato uomo politico, imprenditore e scrittore: un brillante e attivo politico democristiano che dal 1964 al ’74 fu sindaco di Casarsa dopo essersi ‘fatto le ossa’ alla corte di Lino Zanussi e aver aperto una fabbrica specializzata in acciai inox e rulli.
Con il tempo, Ovidio – discendente di una delle più antiche famiglie del paese, che aveva fatto edificare la chiesetta di S. Croce per lo scampato pericolo dell’invasione dei Turchi del 1499, – aveva espresso una qualità e vocazione inedita per la letteratura. E’ stato l’autore di pregevoli racconti come Pàs e uera, Li’ posselvis, Il Paròn, Il plevan, Il Pilustràt, Chei di Pagura, collezionando premi e riconoscimenti, restando sempre legato al suo maestri di puisia, che gli insegnò “non solo a riflettere e a pensare, ma anche a scrivere bene”. con l’orgoglio di averne condiviso l’esperienza dell’Academiuta e di esser stato fedele ai suoi insegnamenti.
Verso la fine degli anni ’80, fui incaricato a Casarsa di avviare l’Archivio – Centro di documentazione su Pasolini e chiamai a raccolta per la prima volta i suoi allievi e amici friulani. C’era anche Ovidio Colussi, sempre presente nelle iniziative promosse nelle scuole, nei convegni, nelle conferenze e nelle ciclo-culturali. Per la collana I Quaderni dell’Archivio Pasolini si impegnò con la pubblicazione Nei giorni dell’Academiuta (curata da Rienzo Pellegrini), raccolta di saggi in prosa e versi suggeriti dal maestro. Ovidio seppe ritagliare lo spazio per un Pasolini “autenticamente friulano e in mezzo alla gente”, con ricordi e riflessioni soprattutto sull’Academiuta e sulla pedagogia di Pier Paolo, non ingessato in luoghi comuni o monopolizzato dalle appartenenze.
Spesso era chiamato come relatore all’Università di Udine e la sua collaborazione fu determinante per il film della Nuova Università del cinema e della televisione di Roma, Nel paese di temporali e di primule, del regista Andrea D’Ambrosio. Una costante e continua collaborazione lo legava alla Società Filologica Friulana, per la quale pubblicò Memorie di un accademico, ma anche l’ente Friuli nel Mondo e l’Efasce lo invitarono spesso all’estero per portare con i suoi racconti e le sue testimonianze l’aria del Friuli agli emigrati.
(*ex Responsabile del Centro Pasolini)
Ricordo di Ovidio Colussi
La scomparsa di uno degli ultimi allievi friulani di Pier Paolo Pasolini segna la fine di un’epoca
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