Nel mese di dicembre 2015 è scomparso Mario Dondero, grande maestro della fotografia italiana e persona di gentile, libera e leggera umanità. Un poeta per immagini e un amico vero degli artisti, come Pier Paolo Pasolini, che da lui si fece immortalare in una memorabile fotografia dei primi anni Sessanta accanto alla madre Susanna.
Giovedì 31, alle 18, la sua vita e il suo lavoro saranno ricordati alle 18 per la rassegna ‘Incipit.5’ dal Centro Studi Pasolini di Casarsa, di cui Mario era diventato un grande amico generoso fin da quando nel 2010 fu allestita a Casa Colussi la mostra delle splendide foto che scattate all’amico Pier Paolo , nel privato e sul set, in particolare, del film La ricotta.
Moderati da Angela Felice, ne parleranno Aldo Colonnello del Circolo Menocchio di Montereale Valcellina, paesaggio friulano che a Dondero era particolarmente caro e sul quale aveva anzi progettato di realizzare un servizio fotografico poi rimasto sulla carta, e il giovane videomaker marchigiano Marco Cruciani.
A lui si deve nel 2015 il documentario Calma e gesso, frutto di un montaggio di riprese realizzate in cinque anni al seguito di Dondero, fotografo perennemente on the road a catturare immagini e a favorire sinceri incontri umani. L’incontro sarà arricchito anche da un contributo visivo, con la proiezione del trailer del docu-film di Cruciani, una parte del quale fu girata anche a Casa Colussi, e di rari materiali video che documentano il legame tra Mario e la Valcellina.
Di famiglia genovese, Dondero nacque a Milano il 1928 e dopo vari vagabondaggi si trasferì a Fermo, dove è morto domenica 13 dicembre 2015. Dopo gli anni della formazione nell’ambiente intellettuale milanese e alcune esperienze di giornalismo scritto, inizia a lavorare come fotografo per numerose testate, anche a Parigi.
Amico di molti scrittori e intellettuali francesi, è famoso per la foto di gruppo – entrata a pieno titolo nella mitologia letteraria del Novecento – degli scrittori del cosiddetto Nouveau roman (Nathalie Sarraute, Samuel Beckett, Alain Robbe-Grillet, Claude Mauriac, Claude Simon, Jerome Lindon, Robert Pinget, Claude Ollier), ripresi a Parigi nell’ottobre del 1959.
Tra i moltissimi riconoscimenti, il Premio Friuli Venezia Giulia Fotografia nell’ambito di Spilimbergo Fotografia, dove ha presentato la mostra I rifugi di Lenin, e il Premio Chatwin a Genova, dove ha presentato la mostra Omaggio a Praga / sulle tracce di Utz… e di una indimenticabile primavera.