Importante convegno sabato 7 maggio alle ore 11.00 presso la Casa della Pietra di Aurisina: in un appuntamento promosso dal Gruppo Ermada Flavio Vidonis all’interno di Duino&Book si parlerà del Mausoleo di Teodorico, voluto dal sovrano ostrogoto per la sua sepoltura e interamente realizzato in blocchi di pietra d’Aurisina .
Un’incredibile testimonianza di equilibrio tra l’antico popolo romano e i suoi “invasori” goti.
Interverranno la Dott.ssa. Paola Ventura, l’Arch. Sandra Manara e la Dott.ssa Simonetta Bonomi, Soprintendente SABAP del Friuli Venezia Giulia.
Il Mausoleo di Teodorico è la più celebre costruzione funeraria della tarda antichità tutelata dall’Unesco come Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Il monumento fu fatto costruire per volontà di Teodorico come propria sepoltura intorno al 520 d.C. Questo mirabile edificio testimonia l’impegno profuso dal re goto nel mantenimento di un equilibrio, sia politico che religioso, tra l’antico popolo romano e quello dei goti “invasori”. Ciò è reso visibile dalla superba e peculiare composizione architettonica in cui la tradizione romana e le nuove influenze orientali si combinano rendendo unico questo imponente monumento
Il Mausoleo di Teodorico, la più celebre e importante costruzione funeraria realizzata dagli Ostrogoti in Italia, inserita dall’Unesco nella lista dei siti italiani Patrimonio dell’Umanità.
Sintesi di un’architettura – Fatto costruire per volontà di Teodorico come propria sepoltura attorno al 520 d.C., il monumento mescola sapientemente ad alcune influenze orientali la tradizione costruttiva romana, soprattutto di alcuni mausolei, dando vita un monumento crocevia tra l’antico popolo romano e quello dei goti “invasori”.
Interamente realizzato in blocchi di pietra d’Aurisina messi in posa a secco, l’edificio si sviluppa su pianta centrale, articolandosi in due ordini sovrapposti, entrambi decagonali.
A ricoprire tutto una grande cupola monolitica dalle misure sorprendenti, senza eguali nel patrimonio architettonico antico e moderno (10,76 m di diametro e 3,09 m di altezza), coronata da dodici anse con le iscrizioni dei nomi di otto Apostoli e quattro Evangelisti.
Secondo calcoli più recenti, il peso raggiungerebbe le 290 tonnellate e, ancora oggi, le ipotesi degli studiosi circa il trasporto del monolite e la tecnica usata per la sua posa sono molteplici.
Si presume però che le anse fossero funzionali alle operazioni di trasporto, sollevamento e posizionamento del monolite che comunque non dovette risultare facile come testimonierebbe la grande fenditura presente sulla cupola.
Secondo una leggenda popolare, la cupola sarebbe stata invece squarciata dalla folgore divina che, abbattendosi su Teodorico seduto all’interno, lo avrebbe ucciso come punizione per i suoi delitti.
Gli spazi interni del Mausoleo – Il piano inferiore si articola in una serie di nicchie su nove lati, mentre nel decimo si trova la porta d’ingresso. È probabile che la cella inferiore, a pianta a croce greca e copertura voltata a crociera, fosse destinata a luogo di culto o a tomba per i membri della famiglia di Teodorico.
L’aula superiore è, invece, a pianta centrale con al centro una vasca in porfido nella quale, secondo la tradizione, fu posta la salma di Teodorico.
Non è mai stata trovata traccia di una scala d’accesso al piano superiore, il che depone a favore della teoria secondo cui la cella avrebbe avuto, fin dalla costruzione del monumento, una destinazione esclusivamente funeraria.
Le spoglie di Teodorico, qui probabilmente custodite, furono rimosse e disperse durante il dominio bizantino quando, a seguito dell’editto di Giustiniano del 561 d.C., il mausoleo fu trasformato in oratorio e consacrato al culto ortodosso.
Negli ultimi anni del regno di Teodorico era andato crescendo attorno alla sua figura un clima di diffidenza e tensione da parte dei ravennati ortodossi.
Tanto che, progettando il proprio sepolcro che dal 526 d.C. ne avrebbe ospitato il riposo eterno, egli aveva scelto un’area della città – denominata Campo Coriandro – già tradizionalmente riservata ai Goti e anche adibita a zona sepolcrale.
Sebbene austero e solenne, come si conviene a un monumento reale, l’edificio era perfettamente riconoscibile da lontano, anche dal mare, grazie soprattutto al colore bianco della pietra utilizzata.
Sembra quasi, soprattutto facendo un confronto con gli altri monumenti cittadini realizzati in laterizio, che fosse stato pensato da Teodorico per emergere tomba tra le tombe, in una sorta di ultimo grande abbraccio fraterno alla sua gente che su questa porzione di città aveva trovato riposo.