Si conclude lunedi 24 ottobre, a Ronchi dei Legionari, la nona edizione di “Noi e la storia. Sguardi e racconti da un passato in comune”, rassegna promossa dalla biblioteca Sandro Pertini e dall’assessorato comunale alla cultura ed inserita nel contenitore di Ronchi cultura.
Alle 18.30, all’auditorium “Casa della cultura”, sarà presentato il libro di Marco Barone “Il dirottamento di Ronchi”, edito dalla municipalità ronchese. Dialogherà con l’autore, Luca Perrino.
Cinquant’anni fa, il 6 ottobre del 1972, si consumava all’aeroporto di Ronchi dei Legionari quello che fu primo dirottamento di un volo civile avvenuto in Italia. Quello di un Fokker 27 dell’Ati, Aerotrasporti italiani, diretto a Bari. Furono ore ad alta tensione all’aeroporto cittadino. Protagonista un ex paracadutista, Ivano Boccaccio. Chiese un riscatto di 200 milioni di lire e un salvacondotto per l’estero. Iniziò una lunga trattativa telefonica.
L’equipaggio e i passeggeri riuscirono a mettersi in salvo. Ma la situazione scappò di mano: Boccaccio, solo nella cabina, lanciò una bomba a mano contro gli agenti che, in forze, attaccarono il piccolo aereo fermo sulla pista. Tre agenti, anzichè indietreggiare, riuscirono a nascondersi sotto un’ala del Fokker. Boccaccio, dalla cabina, esplose un colpo che colpì ad una mano l’appuntato della Polizia, Michele Barbarossa.
I tre agenti, oltre a Barbarossa, l’appuntato dei carabinieri Alessandro Piscopo ed il maresciallo di Polizia Nino Valente, risposero al fuoco. Un proiettile colpì Boccaccio alla testa e lo uccise. Il dirottatore si era presentato alla biglietteria dello scalo per l’acquisto di un biglietto sul Fokker in partenza alle 16.45 per Venezia – Ancona – Bari. Indossava un berretto definito alla Sherlock Holmes, una giacca grigioverde tipo sahariana ed una camicia bianca immacolata. Disse di chiamarsi Zanetti e come Zanetti venne registrato. Voleva raggiungere Roma, ma forse come ultima destinazione vi era il Cairo.