Il premio letterario Cavallini, nato sotto l’egida del premio nazionale Giuseppe Malattia della Vallata, ha compiuto ieri 20 anni e a festeggiarlo è giunto a Barcis chi lo concepì nel 1997, il critico Vittorio Sgarbi. Davanti a un pubblico foltissimo – che ha atteso paziente il suo arrivo con un’ora e mezza di ritardo – non smentendo la sua fama di oratore diretto e fustigatore di costumi, ha ricordato le ragioni della sua scelta di istituire un premio in Valcellina bacchettando con la severità che gli è propria diversi analoghi premi letterari.
La giornata si è aperta con un ampio spazio dedicato alla poesia: nel mattino sono stati premiati i vincitori della 29esima edizione del premio nazionale Malattia della Vallata, istituito nel 1988 dalla Provincia di Pordenone e dal Comune di Barcis in collaborazione con la Comunità Montana del Friuli Occidentale, la Pro Barcis, la famiglia Malattia della Vallata e con il prezioso sostegno della Fondazione Crup, per ricordare la figura di Giuseppe Malattia della Vallata, poeta e scrittore autodidatta, considerato il “cantore della Valcellina”.
Una manifestazione che negli anni è cresciuta moltissimo confermandosi come uno degli appuntamenti letterari di punta del calendario delle manifestazioni provinciali: straordinario il numero di partecipanti, 466, provenienti da tutte le regioni d’Italia, “più un concorrente dalla Slovenia”, ha sottolineato Maurizio Salvador, Presidente del Comitato Organizzatore, che ha ribadito l’importanza della manifestazione nel celebrare Giuseppe Malattia, poeta della Valcellina” e nel valorizzare l’intero territorio.
382 sono stati in questa edizione nello specifico i poeti per la sezione poesia in lingua italiana e 84 nelle lingue delle minoranze etnolinguistiche italiane e nelle parlate locali. A vincere la prima sezione, Ivan Fedeli di Ornago (Monza e Brianza). Secondo classificato il triestino Fulvio Segato, l’unico rappresentante regionale a salire sul podio quest’anno (anche se dei quattordici finalisti quattro sono della nostra regione). Al terzo posto si è classificato Ivano Mugnaini di Corsanico (Lucca). In finale per questa sezione erano entrati anche Mauro Barbetti di Osimo (Ancona), Leone D’Ambrosio di Latina, i friulani Antonio Cosimo De Biasio di Cordenons (Pordenone) e Manuele Morassut di San Vito al Tagliamento (Pordenone).
La giuria presieduta da Tommaso Scappaticci, e composta da Pierluigi Cappello, Giacomo Vit, Aldo Colonnello e Rosanna Paroni Bertoja ha poi deciso di premiare nella sezione poesia nelle lingue delle minoranze etnolinguistiche italiane e nelle parlate locali Maurizio Casagrande di Cartura (Padova). Al secondo e terzo posto si sono posizionati Azzurra D’Agostino di Pavana (Pistoia) e Pier Franco Uliana di Mogliano Veneto (Treviso). Il gruppo dei finalisti comprendeva anche Emanuele Bertuzzi di Rauscedo di San Giorgio della Richinvelda (Pordenone), Nelvia Di Monte di Cassano d’Adda (Milano), Francesco Gabellini di Monte Colombo (Rimini), Clara Kaisermann di Mezzolombardo (Trento).
Conclusasi la prima parte della giornata, alla presenza di numerose autorità, tra cui il vicepresidente della Regione Sergio Bolzonello, il consigliere provinciale Salvador, Marco Protti presidente del parco Dolomiti Friulane e di Roberto Malattia in qualità di rappresentante della famiglia del poeta barciano cui è dedicata la manifestazione, e rallegrata dagli intermezzi musicali del maestro Giannino Fassetta, il pomeriggio è stato tutto per il premio Cavallini, nato da un felice incontro che proprio Vittorio Sgarbi, in colloquio con Valentina Gasparet, Lanfranco Piromalli e Pino Roveredo, vincitore nel 2006, ha ricordato: in campagna elettorale (sarebbe divenuto di lì a poco Presidente della Commissione Cultura della Camera dei Deputati), ospite nel 1997 in Valcellina – dove aveva lanciato per provocazione anche una sua ipotetica candidatura a sindaco di Claut – Sgarbi viene invitato in giuria al Malattia, giuria a quel tempo presiduta da Antonio Piromalli, amico fraterno dello zio di Sgarbi, Bruno Cavallini. Sulla base di questo rapporto di stima e affetto e in accordo con Piromalli, Vittorio Sgarbi in omaggio anche alla innegabile, profonda bellezza di Barcis, decide di istituire un premio, il Cavallini appunto, che avrà “una giuria in numero dispari inferiore a tre” (che negli anni scorsi ha premiato tra gli altri Boris Pahor, Lucio Dalla e Roberto Vecchioni, ndr), a evitare ogni tipo di corruzione, ha dichiarato Sgarbi, criticando e lo Strega, che il Bancarella, che il Campiello.
Dopo una lunga parentesi pubblica tra letture sulla funzione della “bellezza dell’arte e della poesia “che salvano” alternate a tanti gustosi ricordi personali, il critico non si è risparmiato neanche un giretto sul trenino della Valcellina. La giornata si è infine conclusa con l’inaugurazione dei nuovo locali della biblioteca civica, ora accolti in Palazzo Centi, che è stata intestata a Giuseppe Malattia della Vallata.