Sotto la toga, il talento di scrittore

La vera passione si coltiva nel tempo, nonostante una carriera ai massimi livelli. Anzi, il lavoro può diventare un complice e ispirare parole e trame. Ci sono voluti 40 anni al notissimo avvocato udinese Luca Ponti per pubblicare il primo libro, ma scrittore lo era già a 13 anni.
“Ho cominciato a scrivere – racconta il legale -, quando è morto mio padre, e sono entrato in collegio. Non ho più smesso. Il libro è nato su insistenza dell’editore Gaspari. Per puro divertimento ho partecipato a un concorso letterario e l’ho vinto. All’editore è piaciuta l’originalità e ha considerato un peccato che non pubblicassi. Così, mi ha aiutato a selezionare alcuni racconti. Ne sono venuti fuori 43, uniti da un percorso di gradualità. Indagano le emozioni, i contenuti inconsci, anche psichiatrici, del protagonista, il cui nome impronunciabile, Castano Dittongo, è già una sfida”.
‘Il ballo di Castano’ non è un romanzo giallo. “Sono episodi che si evolvono e si esauriscono in tre o quattro pagine. Non ci sono né spazio, né tempo, né descrizioni. Si intuiscono, invece, stranezze, fobie, superstizioni, ipnosi e incapacità di comunicazione, fino alla pazzia. Tanto che, alla fine, le parole sembrano uscire dalle pagine. Ecco, si potrebbe dire che è un libro sulla comunicazione”.
Che è piaciuto molto agli psichiatri, “perché hanno riconosciuto aspetti della vita di ciascuno di noi, che si avvicinano alla pazzia. E molti lettori mi hanno detto di essersi immedesimati in Castano e di aver vissuto le stesse situazioni buffe e gli equivoci, che si possono ricondurre alla pazzia, ma che sono nascoste dietro alle convenzioni”.
La scelta di scrivere brevi racconti è dettata da una precisa esigenza. “Non abbiamo più tempo – conclude Ponti – di leggere romanzi lunghi. Meglio letture sintetiche, capaci, però, di avvicinare tutti, anche se non si può capire e comprendere tutto, né spiegare tutto. E non si può nemmeno dare una giustificazione a tutto”.