Tra i grandi eventi annunciati per i prossimi mesi dal Comune di Udine in campo culturale, l’assessore competente, Fabrizio Cigolot, ha recentemente annunciato due esposizioni che partiranno nel 2020.
“Sarà l’anno di Raffaello, di cui ricorre l’anniversario della morte avvenuta nel 1520 – spiega -. Quale migliore occasione, allora, per dedicare una grande esposizione al suo allievo e collaboratore Giovanni da Udine?”. E Liliana Cargnelutti, curatrice dell’esposizione assieme a Caterina Furlan, aggiunge: “Il centro di questa iniziativa sarà il Castello, dove confluiranno disegni dell’artista provenienti da diversi Paesi. Poi pensiamo anche ad alcuni itinerari tematici per scoprire Giovanni da Udine e la nostra città”.
Sulla seconda esposizione, però, la questione è più spinosa. Mentre infatti Cigolot annuncia una mostra “che potrà portare a Udine 300.000 persone”, il tema dell’esposizione, che sarà ospitata a Casa Cavazzini dopo il rinnovamento della struttura, a partire dall’autunno 2020, è ancora top secret.
L’assessore si sbilancia solo sul possibile curatore, esperto di Impressionismo, che però dovrebbe portare nel capoluogo friulano una mostra diversa, insolita, ma di grande richiamo. E’ ovvio che alla mente venga subito il nome di Marco Goldin, già circolato da tempo a Palazzo d’Aronco in riferimento al prossimo appuntamento di Casa Cavazzini e mai smentito.
Interpellato in proposito, però, il curatore delle celebri esposizioni di Linea d’ombra, ha definito “un’illazione” la sua collaborazione con il Comune di Udine. “Ci siamo incontrati ormai molto tempo fa – ha dichiarato perentorio -, ma al momento non esiste alcun accordo definitivo. Io sono abituato a trattare i fatti e, fino a questo momento, di fatti non ce ne sono”.