Sale l’attesa, a Casa Cavazzini, per la nuova grande mostra ‘Insieme‘, che sarà visitabile dal 18 febbraio al 16 luglio. Questa mattina, in sala Ajace di palazzo D’Aronco, la presentazione dell’esposizione di arte moderna, curata da don Alessio Geretti e nata dalla collaborazione tra il Comune di Udine e l’associazione culturale Comitato di San Floriano di Illegio, che oltre a pensare, organizzare e allestire ‘Insieme’, continua a proporre ogni anno un’altra mostra in Carnia, a Illegio, come farà anche a partire dal 21 maggio.
“Il Comune di Udine ha svolto in questi anni un lavoro notevole nel recupero e nella valorizzazione del proprio patrimonio culturale. Un percorso non semplice, ma che nel tempo può dare i suoi frutti. L’iniziativa ‘Udine grandi mostre’ va proprio in questa direzione e risponde sia all’obiettivo di dare lustro alle sedi espositive della Città sia di dare a esse la visibilità che meritano. La mostra “Insieme” raccoglie le opere di artisti di grande importanza e potrà riscuotere un ampio successo al pari dell’evento proposto l’anno precedente. Udine vanta numerose proposte culturali di elevato livello e ha i mezzi per proseguire in questa direzione”, ha detto l’assessore alla Cultura Tiziana Gibelli.
Le 55 opere esposte, di cui un terzo italiane e le rimanenti provenienti dall’estero e in genere mai esposte in Italia, rappresentano la ricchezza variegata delle strade prese dall’arte occidentale tra il 1851 e il 1992. Nell’elenco degli autori emergono per importanza le firme di John Everett Millais, Franz von Stuck, Vasilij Kandinskij, Salvador Dalí, Alberto Savinio de Chirico, Renato Guttuso, Michelangelo Pistoletto, Giuliano Vangi, Gianfranco Ferroni, Tibor Csernus e anche del friulano Mirko Basaldella, autore di un dipinto mai esposto nella sua storia, che la mostra di Casa Cavazzini ha l’onore di proporre al pubblico nella città d’origine dell’artista.
Tra gli altri interventi nel corso della conferenza stampa, il sindaco di Udine Pietro Fontanini ha ricordato il successo della precedente iniziativa di “Udine grandi mostre” (l’esposizione “La forma dell’infinito”) che lo scorso anno aveva portato in Casa Cavazzini più di 60mila visitatori, con ricadute positive anche sul tessuto commerciale cittadino.
“La Camera di Commercio Pordenone-Udine conferma il suo sostegno convinto alla mostra Insieme, evidenziando ulteriormente il valore di un evento che in questo territorio, a partire dalla piccola Illegio, è nato e cresciuto e che dimostra ancora una volta che Udine e il Friuli sono strategici in Europa non solo per la posizione geografica, ma anche per i risultati economici e culturali”, così il presidente camerale Giovanni Da Pozzo. “Per questo la Cciaa accompagnerà il suo sostegno anche tramite l’organizzazione di due conferenze stampa di promozione dell’evento, una a livello nazionale a Milano e una a livello internazionale a Vienna. Insieme – ha aggiunto il presidente camerale -, oltre a essere il titolo della mostra, è anche emblema di un modo di operare che questa mostra ispira e ottiene: fare le cose insieme, iniziativa privata, enti intermedi, enti pubblici, un bell’esempio per un territorio che spesso non fa squadra anteponendo troppi “se” e “ma”: le cose belle e importanti si possono realizzare solo insieme, tutti impegnati con l’obiettivo comune di sviluppare e promuovere al meglio il Friuli e le tante creatività preziose che esprime”.
“Attraversare la mostra significa rivedere la propria vita, i momenti, le figure, i contatti e gli ambienti, i desideri e le fatiche, gli abbracci e le lacrime più importanti”, spiega don Geretti. “In altre mostre si ammirano opere e linguaggi scelti dagli artisti per lasciare un segno nelle materie e nelle anime, ma in questa è davvero impossibile vedere soltanto immagini e forme “là fuori”: ci si trova di nuovo bambini, di nuovo innamorati, di nuovo soli, di nuovo nella compagnia con cui abbiamo condiviso sogni e battaglie. È come uno specchio per l’anima, questa mostra, che comincia con un’opera che ha al centro uno specchio – quella di Salvador Dalí – e che tra le ultime opere presenta quella di Michelangelo Pistoletto, Autoritratto, dipinta appunto su metallo levigato a specchio affinché esplicitamente l’opera includa noi che vi sostiamo dinnanzi”.
“La mostra ‘Insieme»’ è la seconda della serie Udine Grandi Mostre, voluta con forza dal Comune di Udine e motivo degli importanti interventi di adeguamento della struttura di Casa Cavazzini. L’esperienza precedente, che ha portato circa 60mila visitatori a contemplare le opere de ‘La forma dell’infinito’, ha lasciato un segno estremamente positivo per la qualità delle opere proposte, per i messaggi offerti alla riflessione dei visitatori e anche perché costituisce un importante catalizzatore di sviluppo turistico e commerciale per la città di Udine e per tutto il Friuli Venezia Giulia, che si consolida come luogo di cultura riconosciuto a livello nazionale e internazionale”, prosegue don Geretti.
L’impegnativa mostra in Casa Cavazzini è resa possibile perché a questa cooperazione tra Udine e Illegio prendono parte come alleati convinti diversi soggetti. Le prime alleate sono quattro istituzioni: la Regione, con gli assessorati alla cultura e al turismo; PromoturismoFvg, con la sua importante azione di promozione strategica; la Camera di Commercio di Pordenone-Udine; la Fondazione Friuli. Accanto a queste realtà, 20 imprese costituiscono la cordata della bellezza che investe su questa grande mostra nella convinzione che essa giovi al bene delle persone e allo sviluppo del territorio.
Per un terzo costituita da opere italiane e per due terzi da dipinti provenienti dall’estero e in genere mai esposti in Italia, la mostra coinvolge musei e collezionisti di otto paesi d’Europa (Austria, Croazia, Francia, Italia, Polonia, Spagna, UK e Ungheria), grazie alla collaborazione, fra gli altri, del Belvedere di Vienna, del Petit Palais e del Musée Carnavalet di Parigi, ma anche di Palazzo Pitti a Firenze e del MART di Rovereto, della Royal Academy of Arts di Londra e del Teatre Museu Dalí di Figueres.
Le 55 opere esposte – tra le quali anche due sculture – rappresentano la ricchezza variegata delle strade prese dall’arte occidentale tra il 1851 e il 1992, gustando l’eleganza dei Preraffaelliti e di diversi esempi di raffinato Realismo, lascia spazio alle suggestioni del Surrealismo, dell’Espressionismo, del Simbolismo e dell’Astrazione. Nell’elenco degli autori emergono per importanza le firme di John Everett Millais, Franz von Stuck, Vasilij Kandinskij, Salvador Dalí, Alberto Savinio de Chirico, Renato Guttuso, Michelangelo Pistoletto, Giuliano Vangi, Gianfranco Ferroni, Tibor Csernus, e anche del friulano Mirko Basaldella – autore di un dipinto mai esposto nella sua storia, che la mostra di Casa Cavazzini ha l’onore di proporre al pubblico nella città d’origine dell’artista –.
“La mostra inizia con l’opera di Dalí e verso la sua conclusione, nella sezione intitolata “Smarrirsi” – uno dei due possibili esiti che abbiamo davanti –, ritorna sul senso di distanza davanti al potente e piccolo dipinto di Gianfranco Ferroni, Interno lettino disfatto, capace di ipnotizzarci mettendo in scena quasi nulla, eppure rendendo benissimo il senso dell’attesa che qualcosa accada, di fronte a quel letto sfatto e abbandonato, quasi segno di quanto la vita sia progressivamente piena di vuoti”, spiega ancora don Geretti.
“La narrazione del legame d’amore, dell’attrazione reciproca ma anche degli ostacoli che deve superare, si racchiude in modo incantevole in uno dei grandi capolavori che la mostra propone: quello di uno dei massimi artisti dell’Inghilterra vittoriana, membro della schiera dei cosiddetti Preraffaelliti, John Everett Millais, La figlia del boscaiolo: è la testimonianza delicata dell’amore innocente e impossibile tra la figlia di un taglialegna e il figlio del ricco proprietario terriero locale. La poesia si fa denuncia, in un istante, perché nessuna disuguaglianza deve permettersi di impedire l’amore. È nella stessa sezione, tra le altre, la tela di Karl Borschke, La fonte della vita, affine all’arte di Gustav Klimt, che rovescia la classica iconografia della Pietà mostrando il corpo femminile come centro di una vita che fiorisce e che accoglie e benedice l’uomo, lasciandosi alle spalle la cultura della prevaricazione del maschile sul femminile. Si deve poi considerare i dipinti che in mostra ci fanno ripensare a come fin dall’infanzia siamo invitati ad allargare il cerchio della nostra fraternità, includendo da subito gli amici del cuore, la scuola e i giochi spensierati, ma anche le creature dei boschi, dei prati e del cortile di casa, nostri confidenti di tanti segreti e nostri fedelissimi e teneri alleati – basti pensare al dipinto di Charles Burton Barber, Un difensore speciale –”.
“Non mancano poi pitture epiche, che rammentano movimenti sociali, battaglie di riscatto di gente povera ma tenace – tra le opere, fortissima o quasi violenta quella di Renato Guttuso, Le donne degli zolfatari di Lercara durante uno sciopero –, o assembramenti vissuti per la condivisione di grandi valori o di semplici momenti di letizia, magari attorno a chi sa imbracciare, in casa, uno strumento, facendo cantare l’intera compagnia. E infine la mostra conduce sull’orlo tra la terra e il cielo, dove l’uomo avverte l’anelito alla trascendenza e il timore di un silenzio senza Qualcuno. Dall’Ebreo in preghiera del polacco Aleksander Grodzicki alla toccante vicinanza del Dio bambino adorato dai coloratissimi Tre re Magi nel dipinto di George Spencer Watson, diverse opere sono testimonianze di chi ha vissuto in contatto con l’Assoluto. Per contro, la lotta dell’angelo con Giacobbe, o l’urlo straziante di un innamorato che ha perduto per sempre la donna del suo cuore, come nell’imponente dipinto di Sir William Blake Richmond, Orfeo di ritorno dalle tenebre, presentano onestamente la conflittualità nel rapporto tra l’uomo e Dio, o la possibilità di non sentirlo, di non scorgere tracce di una sua reale presenza”.
“Ma l’ultima parola della mostra è il Girotondo carico di gioia dipinto da Franz von Stuck, autore spesso cupo nelle sue opere e invece, questa volta, straordinariamente luminoso, quasi testimone resistente e appassionato della speranza umana di trovare, pazientemente, la via di una armonia possibile con tutti e con tutto, finalmente serena, finalmente eterna”, conclude don Geretti.
Prenotazioni: telefono 0432.1279127, mail [email protected], sito www.udinegrandimostre.it