Si conclude domenica 4 febbraio alle 11 il ciclo d’incontri organizzato dal Museo Etnografico del Friuli (Palazzo Giacomelli, via Grazzano 1, Udine) in occasione della mostra ‘Batti un tasto… Quando scrivere a macchina era un’arte’, esposizione della collezione di Aldo Dri, meccanografo, in corso fino all’11 febbraio.
A parlare sarà l’architetto Giorgio Dri che, assieme alla dottoressa Tiziana Ribezzi e al professor Federico Santini, ha ideato e allestito la mostra, con testimonianze e ricordi su un mondo in via di estinzione. In particolare sulla società Olivetti, azienda presso la quale il padre Aldo, collezionista delle macchine per scrivere esposte, lavorò per quarant’anni. Della industria di Ivrea molti conoscono i prodotti meccanici, prima, ed elettrici-elettronici, dopo, che innovarono il lavoro negli uffici, ma forse pochi sanno l’impegno civile, sociale, politico, amministrativo che Camillo e soprattutto Adriano Olivetti associarono alla produzione industriale.
E ancora, la cura del lavoro in fabbrica, il design delle macchine, l’architettura delle fabbriche (anche l’architetto udinese Gino Valle progettò un edificio per uffici a Ivrea) rappresentarono una costante attenzione della Olivetti, che portò il ‘made in Italy’ a raggiungere prestigiosissimi risultati in tutto il mondo. Non a caso alcune macchine per scrivere (come la ‘Lettera 22’ o la ‘Valentine’) e da calcolo (come ‘Logos 68’ e ‘Programma 101’) fanno parte delle esposizioni permanenti nei più importanti musei di tutto il mondo.