In questa sua ottava edizione dedicata al tema “Body/Corpo” Fotografia Zeropixel sbarca anche a Gorizia, con un’originale proposta. Giovedì 11 novembre alle 18, nella Galleria Prologo, verrà inaugurata la mostra personale di Nicole Santin, giovane fotografa sacilese.
L’esposizione “Eccomi sono Ejabbabbaje” è curata da Annamaria Castellan e propone una serie di autoritratti realizzati dall’autrice con la fotocamera Polaroid, che consente di ottenere l’istantanea per antonomasia, un pezzo unico ed irripetibile. “L’autoritratto è uno strumento complesso che io definisco “antinomia dialettica” perché chi compie l’azione di ritrarsi è allo stesso tempo – oltre che oggetto per gli altri – autore, soggetto e spettatore di sé. Un mezzo espressivo che prevede coesistenza ed interazione tra elementi contraddittori, al fine di comunicare e d’indagare ponendo domande e cercando risposte”, scrive la critica Monica Mazzolini.
Proprio di questo linguaggio si serve Nicole Santin (Sacile, 1997), che fin dall’inizio del suo percorso ha sentito l’impulso di puntare l’obiettivo della macchina fotografica verso una precisa direzione. Passa con disinvoltura dall’utilizzo dell’analogico al digitale, dal bianco e nero al colore, senza mai perdere di vista il focus della sua narrazione, ossia mettere in scena, attraverso un gesto performativo, il suo corpo quale elemento privilegiato d’indagine, per fissarlo in un istante in cui dialogano la sua sensibilità e l’automatismo tecnico. A chi le chiede quando smetterà di scattare autoritratti risponde: “Solo quando il mio corpo sarà solo un corpo, un contenitore ormai vuoto”.
Nelle Polaroid che compongono il dittico “Matter” – evidenzia Mazzolini – lo sguardo dello spettatore viene catturato in prima istanza dai colori, soprattutto il rosso dal forte significato simbolico, e poi dalla forma che subito appare chiara anche nel significato. “Dolce” è il titolo del trittico con la fredda maschera di porcellana che, come in un pas de deux, interagisce con il corpo nudo. Dettagli femminili che si uniscono in una combinazione tra artificiale e umano che si rivela intensa, sensuale ed esplicita. In evidenza i tatuaggi a sottolineare il ruolo del corpo che diventa parlante, portatore di messaggi ma anche luogo simbolico e territorio. Sempre parlando d’interazione, di reciprocità con gli oggetti, il trittico in bianco e nero a cui l’autrice non ha dato titolo, caratteristica questa già emblematica alla quale si aggiunge la presenza di uno specchio, elemento quasi magico, che indica doppio e inganno, non solo ottico. In primo piano il cerotto induce a pensare a una ferita. Nella ricerca della giovane fotografa è importante anche l’interazione con lo spazio, ben evidenziata dalla coppia d’istantanee della serie “Corpo a due dimensioni” in cui la sua figura nivea, magra, armonica e indifesa emerge dallo sfondo scuro, caotico e naturale nel quale allo stesso tempo sembra essere imprigionata superando il confine con ciò che la circonda in una sorta di metamorfosi, d’intreccio.
L’esposizione sarà visitabile fino al 26 novembre, dal lunedì al venerdì dalle 16 alle 19.
Organizzato da Associazione Acquamarina, Fotografia Zeropixel quest’anno ha ampliato ancora le sue collaborazioni internazionali, con nuove partnership prestigiose al di qua e al di là degli oceani – con l’associazione Gabinete fotográfico di Puebla (Messico), l’associazione 120Love di Tokyo (Giappone), la Galerija Fotografija di Lubiana (Slovenia) – che si aggiungono a quelle consolidate con la Biblioteca Statale “Stelio Crise” di Trieste, la Grin Gallery di Umago (Croazia), e, in Italia, con il Circolo Culturale Fotografico Carnico, l’Associazione Fotonomia di Firenze che organizza anch’essa un festival fotografico analogico, l’Associazione Silver Age, l’Associazione Prologo, l’Associazione Leali delle Notizie, lo Spazio d’arte trart, l’Associazione TriesteAltruista e RDT Radio Station di Trieste. Fondato da Annamaria Castellan, Massimiliano Muner e Michela Scagnetti, il festival si avvale della conduzione artistica di Ennio Demarin e viene realizzato grazie al contributo della Regione Friuli Venezia Giulia e del Credito Cooperativo di Trieste e Gorizia, in coorganizzazione con il Comune di Trieste, Comune di Tolmezzo, Consorzio Culturale del Monfalconese/Ecomuseo Territori e con l’Ordine dei Giornalisti del Friuli Venezia Giulia.