La “Grande sedia” vacilla, ma non crolla e, se ha bisogno di una “revisione”, ecco che il territorio risponde coralmente, cogliendo anzi l’occasione per una modernizzazione nello stile e nel design di quello che è stato per anni un simbolo del Distretto della Sedia. Un gruppo di importanti imprenditori locali ha deciso di promuovere il Distretto proponendo per il comparto una rinnovata immagine, affidando all’Asdi Sedia il compito di coordinare l’iniziativa. La sfida è di riuscire a progettare una seduta che rappresenti l’evoluzione dei tempi e le caratteristiche del comparto, che nel giro di dieci anni ha perso un terzo delle proprie imprese e a oggi ne conta circa 600 nell’intera filiera.
Non un progetto di ricostruzione della vecchia sedia, spiegano gli imprenditori promotori dell’iniziativa, ma di ricerca e sviluppo di un nuovo simbolo che coinvolga designer, architetti e artisti di fama internazionale. Proponiamo anche una serie di attività promozionali che permetteranno alle aziende del Distretto di concorrere alla promozione di se stesse e dell’intero comparto; si sta già pensando un contest a invito su scala internazionale. I promotori dell’iniziativa sono concordi nel sottolineare che sarà un progetto dell’intero Distretto, quindi aperto a tutti gli altri imprenditori che vorranno partecipare prendendo direttamente contatto con l’Asdi, e prevedendo delle forme di partecipazione differenziata che permetterà un’adesione numerosa, dalle aziende più grandi a quelle più piccole.
“L’auspicio del gruppo – spiega il presidente dell’Asdi Sedia Giusto Maurig – è quello di vedere attivamente coinvolti, in questo percorso di rinnovamento dell’immagine dell’intero Distretto, tutti i principali attori del mondo pubblico economico e territoriale. Con la realizzazione del nuovo simbolo si intende, dunque, catalizzare l’attenzione internazionale verso il nostro territorio, una realtà che ha saputo rinnovarsi negli anni e che ogni giorno si propone sui mercati globali con design, qualità e innovazione, orgogliosa dei propri prodotti e della propria identità”.