Il valore delle produzioni agricole, nel 2022, in Friuli Venezia Giulia, ha superato 1,3 miliardi di euro, in forte crescita (+19,7%) rispetto al 2021. E’ uno dei dati del “Rapporto 2022 sulla congiuntura del settore agricolo in Friuli Venezia Giulia”, realizzato dall’Ersa. Uno dei fattori fondamentiali che ha determinato la crescita del valore delle produzioni agricole – rileva l’Ersa – è l’aumento dei prezzi.
Il 32% del valore è attribuibile alle coltivazioni legnose, in particolare al settore vitivinicolo che, “grazie all’aumento delle produzioni, oltre che dei prezzi, si stima aver superato i 334 milioni (+31,7%)”.
Anche l’olio d’oliva si stima essere aumentato in valore (+59,6%) per effetto dell’aumento delle produzioni, oltre che delle quotazioni, mentre le colture frutticole sono rimaste stabili (-0,7%).
Il settore degli allevamenti zootecnici è stato stimato valere quasi 398 milioni, in aumento del +14,7% sul 2021.
Per quanto riguarda l’import-export, “nel 2022 è stata registrata un’impennata del valore dei prodotti agroalimentari scambiati in entrambe le direzioni con i Paesi esteri”.
“Siccità ed effetti del conflitto russo-ucraino che ha innescato un consistente rialzo dei prezzi, hanno messo alla prova il comparto agricolo regionale – spiega l’assessore regionale alle Risorse agroalimentari, Stefano Zannier – ma le imprese hanno avuto la capacità di farvi fronte attraverso variazioni anche colturali, una diversificazione dell’offerta per accrescere la competitività e una ristrutturazione del sistema creando le condizioni per una gestione su più ampia scala delle produzioni”.
Il comparto, ha aggiunto Zannier, “ha messo in atto azioni di adattamento che potrebbero diventare strutturali come l’incremento delle forme di collaborazione per migliorare l’efficienza delle aziende e la gestione del prodotto”.
“Seppure dall’analisi del 2022 non emergano dati di tendenza a causa delle variabili che hanno sconvolto l’ordinarietà, conseguenze della guerra e della siccità – ha aggiunto Zannier – un elemento da tenere in considerazioni è l’evoluzione del sistema verso una sempre maggiore richiesta di aggregazione e specializzazione degli imprenditori accanto a un altro punto focale ovvero il nodo della gestione della risorsa idrica”.
Secondo il rapporto, le prospettive per la prossima campagna agraria sono positive, “grazie alla diminuzione del costo dei concimi e alle abbondanti piogge primaverili, ma la forte incertezza dei mercati e la situazione relativa alla disponibilità di una rete idrica adeguata sul territorio regionale rende difficili previsioni a medio-lungo termine”.
Per quanto riguarda le imprese, il Rapporto ne evidenza la riduzione di quelle agricole (-0,9%) e ittiche (-1,7%) rispetto al 2021 e l’aumento delle aziende forestali (+1,6%) e alimentari (+1,2%). Continua la crescita delle imprese di tipo societario (+2,9% per quelle di tipo capitale e +2,4% per le società di persone) e delle occupazioni femminili dipendenti (+28,1%), mentre per i maschi risulta un aumento l’occupazione indipendente (+10,7%). Le imprese giovanili (under 35) costituiscono il 6,4% delle imprese agroalimentari regionali e segnano un aumento del +3,6%.
Nonostante la siccità, per effetto dell’aumento dei prezzi, è stato valutato che i comparti produttivi dei cereali (172,3 milioni di euro, +18,7%) e delle colture industriali (115,4 milioni di euro, +54,6%) hanno contribuito al 21,6% del valore complessivo generato dal comparto agricolo.
Il 2022, è stato spiegato, è stato un anno record per le semine di soia: oltre un terzo della superficie agricola utilizzata del Fvg è stata destinata alle colture oleaginose, in particolare alla coltivazione della soia, che ha rappresentato da sola il 33% delle colture regionali nella campagna 2022.(Foto: Arc Regione FVG)