La prima tangibile dimostrazione della volontà di diversificare le modalità di approvvigionamento delle bramme da parte dei laminatoi della zona industriale dell’Aussa Corno si è concretizzata con i primi treni che sono stati impostati tra Monfalcone e San Giorgio di Nogaro, per ora ancora a livello sperimentale in quanto necessari per affinare il servizio, ma con l’obiettivo di andare quanto prima a regime con almeno un convoglio al giorno.
Proprio uno di questi treni è stato puntualmente consegnato nella mattinata del 29 luglio in Aussa Corno, varcando alle 8.20 i cancelli della Metinvest Trametal con a bordo 27 bramme per un totale di 980 tonnellate circa, caricate su 27 carri ferroviari che hanno viaggiato tra Monfalcone e San Giorgio di Nogaro con un servizio progettato e realizzato a cura di Trenitalia Cargo. Per la Metinvest Trametal si è trattato del terzo treno, mentre in precedenza altri convogli di bramme erano stati consegnati ad altri laminatoi della Ziac.
Sono i primi concreti segnali di quella diversificazione del trasporto bramme, cui i quattro laminatoi dell’Aussa Corno si sono impegnati per ridurre l’impatto del trasporto stradale. La ferrovia rappresenterà una delle modalità da inserire in un apposito progetto logistico, che con il supporto della Confindustria di Udine verrà presentato alla Regione, che vedrà coinvolto pure il trasporto marittimo delle bramme a mezzo chiatta, anche qui inizialmente con alcuni viaggi sperimentali su Porto Nogaro, necessari per calibrare al meglio il trasporto di questi semilavorati siderurgici.
In ogni caso, i laminatoi ribadiscono anche oggi la loro preoccupazione circa l’inderogabile necessità di garantire una adeguata e costante alimentazione dei loro cicli produttivi rispettando le quantità di fabbisogno e i tempi di arrivo occorrenti.
Naturalmente, l’individuazione delle soluzioni di trasporto più opportune dovranno necessariamente tenere conto anche dei fattori economici, che sono indispensabili per consentire alle imprese di rimanere competitive sul mercato e quindi di potere continuare ad assicurare il lavoro a oltre 1.000 addetti nonché a un indotto consistente.