Artigiani friulani e rivoluzione digitale nell’impresa 4.0: un binomio che in Friuli sta diventando realtà e che, soprattutto, stimola una forte domanda di formazione da parte delle aziende, come ha evidenziato una recente indagine di Confartigianato, dalla quale si evince che il 60% degli interpellati considera determinante «lo sforzo formativo» per cogliere le opportunità legate alla quarta rivoluzione industriale.
Una domanda immediatamente colta, e in parte anche anticipata, da Confartigianato Imprese-Udine che ha inaugurato l’altra sera il primo “Digital Innovation Hub” del Friuli (uno dei 17 già attivati dagli artigiani a livello nazionale), con un seminario in collaborazione con Ditedi (distretto delle tecnologie digitali e riferimento dell’intero cluster regionale Ict) che ha messo a confronto diversi saperi, affinché gli imprenditori artigiani possano essere protagonisti di questa stagione e utilizzare al meglio anche gli importanti strumenti finanziari messi a disposizione dal Governo con il Piano Industria 4.0.
A Tavagnacco, c’erano Paolo Manfredi, responsabile nazionale delle strategie digitali di Confartigianato-Imprese; Riccardo Mazzetti, giovane professionista inserito in un’azienda artigiana locale proprio per contaminare di nuove tecniche digitali di processo; Paolo Coppola, deputato e presidente della Commissione parlamentare sulla digitalizzazione delle pubbliche amministrazioni; Alessandro Colautti, capogruppo in Consiglio regionale di Ap.
“Il Digital Innovation Hub – ha spiegato Edgarda Fiorini, vicepresidente vicaria di Confartigianato-Imprese Udine e delegata all’Innovazione – prima che un luogo è un’azione che attiva in rete tutte le energie disponibili per fornire alle imprese informazioni, formazione, assistenza e servizi su misura. Dal sistema della ricerca e dei cluster alla pubblica amministrazione, dalla scuola e università alle competenze dei professionisti, tutto deve essere connesso”.
La ricerca di Confartigianato, infatti, segnala che chi conosce il Piano nazionale pensa che per cogliere le sue opportunità sia importante creare reti con il coinvolgimento di imprese specializzate, promuovere incontri con i fornitori di app e software e, anche se in misura ancora contenuta, assumere risorse qualificate.
“Un chiaro esempio”, ha considerato Coppola, “di come la sfida della rivoluzione digitale non riguardi tanto lo sviluppo delle tecnologie, quanto un’apertura della mentalità imprenditoriale a capire come ripensare il proprio modello produttivo e di mercato”. Come sta facendo, per esempio, la Tarta Design raccontata da Mazzetti, che in azienda ha contaminato di nuove tecniche digitali di prototipazione del processo produttivo. “Pur continuando a creare valore attraverso la personalizzazione dei prodotti – ha spiegato -, abbiamo usato la tecnologia per accorciare i tempi di sviluppo dei nuovi prodotti, consentendoci di investire risorse su design, estetica e ricerca di nuove applicazioni”.
Un processo di cambiamento in cui relazioni e supporti, ha raccomandato Manfredi, “devono stimolare tutte le aziende, anche quelle più piccole, a comprendere e fare proprio il potenziale del Piano nazionale Industria 4.0, che deve trovare una propria identità – diversa da quella tedesca e statunitense – in quanto caratterizzata dal collegamento con la cultura e il territorio e proprio per questo premiante per le aziende artigiane”.
Un processo che in Friuli Venezia Giulia registra anche la presenza della Regione, che con alcuni interventi nati da “una condivisione bipartisan, sta accompagnando l’innovazione digitale dell’imprenditoria diffusa, anche nel settore finanziario” ha dichiarato il consigliere regionale Alessandro Colautti.
Presente al seminario, che ha costituito anche una tappa di avvicinamento alla prossima edizone di Udine3D Forum, anche il sindaco di Tavagnacco, Gianluca Maiarelli.