Tempi duri, in previsione, per l’automotive. Dopo il fermo causato dalla pandemia e la contrazione economica causata dal conflitto in Ucraina, si è aggiunta la speculazione dei mercati, con un aumento spesso ingiustificato delle materie prime e della componentistica. Giovannino Bearzi, a capo della B.eng di Tolmezzo, attiva nella produzione di fanaleria per auto di lusso, fa il punto della situazione di un settore, quello automobilistico, che dovrà affrontare nel prossimo futuro prove particolarmente impegnative.
“Se escludiamo le aziende altamente specializzate come la nostra, che rappresentano delle vere e proprie oasi, per tutto il settore saranno tempi duri che potranno essere mitigati solamente da scelte politiche lungimiranti”, commenta Bearzi.
“Sul mercato sono presenti troppe spinte speculative che non giustificano i prezzi raggiunti da prodotti come i chip o le componentistiche elettroniche, le cui forniture sono monopolizzate da Cina e Taiwan. Sarebbe necessario aprire nuove fabbriche sul territorio europeo di componentistica elettronica in modo da dare all’industria un minimo di sicurezza nelle consegne e nei prezzi. Aperture favorite da una politica industriale corretta che permetta effettivamente di avere poli produttivi in Europa”.
“Un gravissimo errore politico che è stato compiuto in Europa – sempre secondo Bearzi – è stato quello di aver firmato per il 2035 il passaggio all’auto elettrica senza verificare gli effettivi costi, anche ambientali, che questo comporterà. Non è stato preso in considerato il fatto che, dopo poco più di due anni, una batteria inizia ad avere cali di rendimento. Oltre al problema del costo dello smaltimento, c’è effettivamente quello dell’alimentazione elettrica delle auto che, in un Paese come l’Italia, che deve importare anche l’energia elettrica dall’estero, sarà particolarmente sentito. Sarebbe stato necessario pensare ad altre soluzioni a livello di alimentazione e di tipologie di motori. Il rischio è che molte persone, soprattutto la fascia medio bassa, non acquisterà le auto elettriche per gli alti costi e rimarrà con le auto tradizionali con un mercato dell’usato che di conseguenza esploderà per le numerose richieste”, conclude Bearzi.