Non si risolve ancora la drammatica situazione della Burgo di Duino. Oggi presidio di fronte ai cancelli della Cartiera del Timavo dopo l’annuncio di ulteriori 200 licenziamenti nel breve periodo. Lavoratori e sindacati, però, non ci stanno, nemmeno a un eventuale ricollocamento in altre realtà, come l’Abruzzo, annunciate negli ultimi giorni.
“La situazione è estremamente grave. Siamo alle battute finali per gli 87 licenziati. Cerchiamo di mantenere alta l’attenzione sulla vertenza” sottolinea Giuseppe Berardi delle Rsu. “Certamente le dichiarazioni rilasciate dal dottor Montevecchi, responsabile delle risorse umane del gruppo, ci hanno lasciato sgomenti. Invece di andare a fare dichiarazioni del genere nelle sedi preposte è andato a farle in bar davanti a un aperitivo. Scioccante” commenta Berardi.
“Abbiamo tentato di risolvere bonariamente la situazione inoltrando al responsabile di stabilimento un’iniziativa sindacale aumentando gli organici con la conseguente riduzione degli esuberi e valutando un incentivo alla ‘non opposizione’ per coloro che decidevano di andare via. A oggi non abbiamo avuto alcuna risposta concreta da parte di Burgo. Noi continueremo con le nostre iniziative. A oggi 11 sono trasferiti, 87 quelli licenziati con la vecchia procedura nel 2018. Le dichiarazioni di ieri del dottor Montevecchi mettono in dubbio altre 225 persone dello stabilimento”.
“Oltre agli 87 esuberi si sono aggiunte alcune aggravanti, con oltre 225 persone che rischiano il posto di lavoro” sottolinea Fabrizio Mastrangelo delle Rsu Uilcom. “Abbiamo organizzato un pacchetto di scioperi con la speranza che qualcosa cambi”. Con richieste ben precise: “Un incontro urgente con la proprietà e la Regione, poi il dialogo con Spinoglio che vorrebbe cambiare il prodotto e riassorbire gli 87 esuberi”.
Preoccupazione espressa anche da numerosi lavoratori. Come Luigi che, da oltre 30 anni, lavora alla cartiera. “La situazione la vedo male”, racconta. “Provo tristezza perché è triste vedere i colleghi che si trovano da un giorno all’altro a casa senza lavoro”.
O Gianpiero che vede “grave la situazione. Ci sono oltre 200 persone che rischiano il lavoro”. Da 23 anni lavora in Cartiera e il futuro “non lo vedo, perché alla proprietà non interessa il nostro futuro, nemmeno dopo la proposta degli ammortizzatori proposti dalla regione”.
Da 26 anni, invece, Roberto timbra quotidianamente il cartellino alla Cartiera del Timavo: “Siamo stati trattati in maniera ingiusta”, racconta, “siamo stati sbeffeggiati dal fatto che la proprietà non ha accettato l’ulteriore solidarietà offerta dal Governo. Ci è stato proposto un trasferimento ma c’è chi ha figli e non può abbandonare il proprio territorio e le proprie famiglie”. Sul futuro, dopo un lungo silenzio, racconta: “Per il futuro la vedo dura anche se sono speranzoso per un recupero e rilancio della Cartiera ed il riassorbimento degli esuberi”.
Presenti, a portare il proprio sostegno al presidio dei lavoratori, anche il sindaco di Duino Aurisina, Daniela Pallotta, e di Monfalcone, Anna Maria Cisint. “Purtroppo sono anni che assistiamo a una situazione di gravissima difficoltà” ha ricordato Cisint. “Ho voluto portare non solo la vicinanza della città ma anche ricordare che ci siamo e che stiamo lavorando per recuperare le situazioni di altre crisi. Vogliamo che questa azienda possa continuare a produrre ma crediamo nei piani B e C e abbiamo portato speranza per quanto riguarda il futuro e i corsi di specializzazione per altre professioni”.
Dal canto suo Pallotta ha rimarcato che “le ultime notizie non danno alcuna tranquillità. Abbiamo sempre dato il mio e nostro supporto, come amministrazione, ai lavoratori che da troppo tempo assistono a queste situazioni di incertezza. Incontrerà Spinoglio con la speranza di poter ancora investire sulla Cartiera. In generale”, conclude il primo cittadino di Duino Aurisina, “sono molto preoccupata”.