Cimolai e Luigi Cimolai holding, colossi mondiali delle grandi costruzioni, sono state ammesse al concordato preventivo dalla sezione specializzata in materia di impresa del Tribunale di Trieste. Ad annunciarlo è stata la stessa azienda pordenonese attraverso un breve comunicato nella tarda serata di giovedì 23 marzo. Un passo cruciale per la sopravvivenza della Cimolai, alle prese con una pesantissima crisi finanziaria, con un’esposizione debitoria di oltre 600 milioni di euro a causa di alcune operazioni con i derivati, finite male, a copertura le rischio su cambio euro-dollaro.
Il piano di salvataggio, che era stato presentato dai legali il 20 febbraio, può così avere inizio. In primo luogo attraverso la creazione di una newco la Nuova Cimolai, interamente partecipata dalla Luigi CimolaiHolding, alla quale a titolo oneroso saranno trasferiti “tutti gli asset, i contratti e gli altri elementi patrimoniali” della Cimolai, oltre al quasi migliaio di dipendenti diretti dell’azienda.
Questo permetterà la continuità aziendale, che consentirà di proseguire a fare utili attraverso le commesse da 800 milioni in portafoglio, per cominciare a ripianare i debiti, con istituti finanziai e altri enti, nel tempo. Parallelamente continua la ricerca di nuovi soci e partner che, assieme a un aumento di capitale assicurato dalla famiglia Cimolai, possano rimettere in sesto le casse della società.
Con l’ammissione al concordato preventivo, le realtà interessate – si erano fatti i nomi di Webuild, Vinci e Fincantieri – potrebbero accelerare sull’operazione.
(Foto: Cimolai)