Per quanto riguarda i rapporti economici con la Russia le prospettive per le imprese del Friuli Venezia Giulia continuano a essere molto promettenti. Secondo il Rapporto Sace Export 2021 quello russo è uno dei mercati nei quali l’export italiano ha già recuperato i livelli precedenti la pandemia. I settori che trainano questa ripresa sono la meccanica strumentale (+18,7%), i prodotti in metallo (+21,9%) e la chimica di base (+13,4%). Anche nel prossimo futuro pertanto gli interscambi saranno caratterizzati da una forte dinamicità soprattutto grazie alla grande capacità di fare innovazione che contraddistingue questa Regione.
Questa la previsione espressa oggi dall’assessore regionale alle Attività produttive in apertura del III Seminario italo-russo di Trieste che ha visto la partecipazione dell’ambasciatore della Federazione Russa in Italia e di autorevoli rappresentanti di realtà economiche italiane e russe.
Per l’assessore alle Attività produttive il Friuli Venezia Giulia ha affrontato l’impatto della quarta rivoluzione industriale puntando sull’eccellenza nella ricerca e nell’innovazione, grazie alla presenza sul nostro territorio di realtà scientifiche e tecnologiche di fama internazionale che si coniugano con un contesto produttivo formato principalmente da piccole e medie imprese vocate all’export. Aziende che si sono raccolte in cluster settoriali: dalla metallurgia, al food, dal legno arredo all’economia del mare, dal settore biomedicale all’industria culturale e creativa.
In base al “Regional Innovation Scoreboard” curato dalla Commissione Europea per il 2021, la nostra Regione merita il titolo di “strong innovator” e in Italia è seconda solo all’Emilia-Romagna. Il Friuli Venezia Giulia è inoltre la 12esima regione in Europa nel campo del design, per il numero di richieste avanzate all’Ente europeo per marchi e la protezione intellettuale (Euipo) ed è tra le prime anche nella produzione di nuove tecnologie per quanto riguarda le piccole e medie imprese.
L’esponente della Giunta regionale ha ricordato inoltre che per sostenere l’innovazione nelle aziende del territorio, è stato creato l’Advanced Manufacturing Valley quale asse di sviluppo che si può declinare attraverso la trasformazione della nostra Regione in un polo di alta specializzazione per la manifattura, da sempre uno dei settori trainanti dell’economia, con la crescita orizzontale dell’intelligenza artificiale.
Alle aziende che non possono avere capacità finanziarie e competenze in proprio la Regione sta mettendo infatti a disposizione un Cluster tecnologico in grado di accompagnare la crescita culturale verso il digitale e di sostenere la trasformazione tecnologica costruendo un bacino di intelligenze specialistiche anche nei settori della cyber security e dei big data.
A tal proposito, per sostenere ambiti così vulnerabili in imprese di piccole dimensioni, è stato avviato lo strumento del credito d’imposta, un sistema semplice e veloce che copre aspetti specifici del mondo dell’industria 4.0 quali la sicurezza informatica e la protezione dei dati.
“Oggi stiamo compensando la mancanza di ingegneri in Italia con un’assunzione spinta di ingegneri russi, che sono particolarmente preparati e naturalmente predisposti per il software e l’intelligenza artificiale”, ha detto il presidente del gruppo Danieli, Gianpietro Benedetti, definendo la Russia “la maggior nazione con la quale stiamo collaborando assieme agli Usa”, ricordando che lì dal 1980 il gruppo ha “fornito gran parte degli impianti innovativi dal valore attuale di 1 miliardo e 600 milioni”.
“Amplieremo soprattutto la parte automazione e software – ha spiegato -. Nello stesso tempo stiamo assumendo nelle nostre aziende russe dei giovani ingegneri e tecnici, con l’obiettivo di portarli qui vista la carenza di certe specializzazioni”.
“Questo terzo seminario si pone l’obiettivo di far emergere le prospettive e le opportunità di business, offrendo alle aziende un supporto concreto, in un contesto internazionale che ci fa presagire scenari in chiaroscuro, se non di ulteriore emergenza sul fronte economico e sociale”, ha detto Antonio Fallico, Presidente di Conoscere Eurasia e di Banca Intesa Russia. “I recenti avvenimenti, il caotico abbandono delle truppe americane dell’Afganistan, le tensioni geopolitiche tra gli Usa, la Russia e la Cina, le nuove imponenti ondate migratorie, generate dalle numerose guerre regionali, e la persistente minaccia del Covid ci inducono a una riflessione: non è possibile immaginare un futuro di pace e di benessere globale, caratterizzato da un sostenuto sviluppo economico e sociale, senza la Russia, perché si tratta di uno dei Paesi strategicamente più rilevanti”.
“Oggi occorre avere la consapevolezza che il format del G7 è ormai superato e che è necessario agire e decidere almeno nell’ambito del G20, al quale partecipano Cina, India e Russia. A tale riguardo, siamo fiduciosi che abbiano un riscontro reale le dichiarazioni di Joe Biden all’apertura dell’Assemblea Generale dell’ONU, dalle quali emerge che il Presidente americano non ha intenzione di dare il via ad un’altra guerra fredda, assieme alla necessità di un vero multilateralismo per risolvere i gravi problemi economici, sociali e di salute del nostro pianeta. Speriamo, inoltre, che gli USA abbandonino il pericoloso confronto in corso con la Cina, utilizzando in modo ostile il Quad (Giappone, Australia, India e USA) o l’Aukus (la nuova alleanza tra Stati Uniti, Australia e Gran Bretagna). Abbiamo grande fiducia in questa nuova Amministrazione americana, che ci fa ben sperare in un responsabile miglioramento delle relazioni politiche ed economiche con la Federazione Russa”.
“Per quanto riguarda l’Europa, siamo convinti che nel medio periodo sarà in grado di praticare una politica internazionale che tuteli innanzitutto i propri interessi politici, economici e sociali in modo realistico e pragmatico. In questi anni di tensione geopolitica, le aziende sono state in grado di operare malgrado un contesto internazionale contraddistinto da numerose barriere geopolitiche e commerciali tra i Paesi, riportandoci a uno scenario di blocchi contrapposti anacronistico, oltreché dannoso. Oggi la diplomazia del business, sostenuta da quella dei poteri locali, ha un ruolo di primissimo piano da svolgere in vista di un’attenuazione, se non eliminazione, delle tensioni in corso. La diplomazia tradizionale non basta più per soddisfare le richieste e i bisogni degli imprenditori e della gente”, ha precisato ancora Fallico.
“Vogliamo riportare l’attenzione sulle opportunità di sviluppo per le imprese e della società civile di Italia e Russia, consapevoli dello scenario in cui operiamo, ma determinati nell’affermare la centralità di un Paese amico come la Russia nei tavoli programmatici e decisionali a livello globale. I dati dei rapporti economico-commerciali tra Italia e Russia ci indicano che gli operatori hanno bisogno di una forte iniezione di fiducia per rimettere in moto l’intercettazione proficua del business. Le aziende non devono aspettare i politici e i diplomatici, ma devono agire, fare da apripista della cooperazione economica tra i due Paesi”.
“Lo sviluppo positivo è possibile e la dinamica commerciale nazionale ce lo conferma. Nel primo semestre di quest’anno l’interscambio tra Italia e Russia è cresciuto del 22,6%, passando dagli 8,40 miliardi di euro dei primi sei mesi del 2020 a 10,30 miliardi. Secondo i dati Istat elaborati da Conoscere Eurasia per il Seminario Italo Russo di Trieste, nel primo semestre di quest’anno l’interscambio tra Friuli-Venezia Giulia e Russia si è attestato a 262,8 milioni di euro contro i 196,4 milioni dello stesso periodo del 2020: una crescita del 33,8%. Come si vede, ancora c’è molto da fare. È sempre più impellente la necessità di ripartire dalla fiducia per dare nuovo slancio all’economia e ai rapporti tra i due Paesi. Fiducia diventa la parola-chiave nell’instabilità del mondo moderno. Un’urgenza che si rivela anche a livello territoriale”.
“Tra i settori di maggior attrattività per la domanda del mercato russo, c’è quello dell’innovazione tecnologica applicata al settore energetico, siderurgico, manufatturiero e delle infrastrutture intelligenti in un contesto coerente con la transizione ecologica e digitale al fine di accentuare la centralità dell’uomo e dell’ambiente e con il programma Planet People e Prosperity. E in questi campi la Regione Friuli-Venezia Giulia ha delle eccellenze riconosciute in tutto il mondo”, conclude Fallico.