CDP, entità no-profit che spinge aziende e governi a ridurre le proprie emissioni di gas serra, proteggere le foreste e salvaguardare le risorse idriche, ha nominato Danieli Supplier Engagement Leader, inserendo così il Gruppo nel top 7% delle società mondiali che aderiscono al Carbon Disclosure Project 2020.
9.600 aziende, che rappresentano più del 50% della capitalizzazione della borsa globale, hanno divulgato nel 2020 i loro dati ambientali attraverso l’iniziativa CDP, e sono state classificate su una scala da un minimo di “F” a un massimo di “A”. Danieli, a cui è stata riconosciuta la capacità di saper coinvolgere la propria catena del valore per guidare i fornitori verso uno sviluppo sostenibile, ha raggiunto il “rating A”, rientrando nella “fascia di gestione” più elevata con un posizionamento di Leadership.
Questa classificazione si riflette nel piano di transizione verso una produzione a basse emissioni di carbonio, con un approccio di progressiva attenzione ai temi ESG, economici, sociali e ambientali, e una strategia orientata al futuro. Questo si riflette anche nelle relazioni con i partner, nel rispetto dei principi di mutua collaborazione nonché delle loro aspettative.
“I nostri fornitori non devono solo garantire condizioni di lavoro sicure, efficienza e rispetto dei nostri standard di qualità, ma anche ridurre le emissioni in ottica di miglioramento energetico, promuovendo la consapevolezza e la conoscenza delle normative ambientali”, spiega Alessandro Brussi, vicepresidente e Cfo del Gruppo di Buttrio.
“Lo testimonia la nostra consociata Acciaierie Bertoli Safau (ABS) che rappresenta il principale consumatore di elettricità del gruppo: si approvvigiona, infatti, da fornitori che si auto-dichiarano a basso impatto ambientale. E per adeguarsi alla transizione tecnologica verso una mobilità a basse emissioni ha adottato, tramite licenza, la movimentazione autonoma su rotaia. Per Danieli la sostenibilità non è una alternativa, ma punto di forza fondamentale per garantire il vantaggio competitivo dell’azienda”.
“La decarbonizzazione della produzione di acciaio è diventata un progetto mondiale a cui Danieli partecipa attivamente come leader lungo l’intera filiera produttiva. Nei prossimi decenni il cambiamento climatico continuerà a dare forma alle innovazioni e alle strategie delle aziende: per raggiungere gli obiettivi richiesti dall’Accordo di Parigi dovranno essere identificate, tramite l’analisi dei rischi ambientali, le opportunità e gli spazi di azione, non solo per mantenere solido il valore dei propri asset, ma anche per garantire futuri ritorni finanziari. È il percorso verso il new normal e la strada che Danieli ha già avviato per creare un futuro green e sostenibile”, conclude Brussi.