Il Consiglio di Amministrazione della Danieli, riunitosi oggi, ha esaminato e approvato il bilancio annuale della società e il bilancio consolidato di Gruppo dall’1 luglio 2020 al 30 giugno 2021.
L’esercizio chiude con un utile netto di 80,2 milioni di euro e presenta un margine operativo netto (EBIT) di 143,9 milioni di euro, migliore del 57% rispetto allo scorso esercizio, con entrambi i settori Plant Making e Steel Making in crescita nei margini e redditività.
La ripresa economica trainata dal contenimento degli effetti pandemici del Covid-19 ha generato un effetto positivo sulla domanda di impianti che si stima permarrà per i prossimi due, tre anni. Il patrimonio netto aumenta a 2.016,3 milioni di euro e la posizione di cassa si mantiene forte e solida, a un livello di 1.002,0 milioni di euro avendo permesso all’azienda di gestire i ritardi e gli scompensi di mercato causati dalla pandemia.
L’effetto Covid-19 sui risultati è rimasto contenuto, nonostante le problematiche legate alla fluttuazione dei costi delle materie prime e alla disponibilità dei trasporti con incremento dei costi correlati che perdureranno anche nell’esercizio 2021/2022.
Di fatto l’organizzazione Worldwide di Danieli composta non di “sole” fabbriche ma di società autonome con ingegneri, tecnici supervisori e tecnici commerciali ha consentito di continuare le attività in Usa, Russia, Cina nonostante le limitazioni nel viaggiare dall’Europa. A contenere gli effetti negativi Covid-19 ha contribuito anche la buona ripresa del settore Plant Making che ha superato i budget previsti e mantiene la leadership mondiale nella fornitura di impianti sia “direct rolling” che “non direct rolling” per prodotti lunghi con l’obiettivo di conquistare definitivamente la leadership anche nel settore dei prodotti piani grazie a tecnologie innovative e brevettate in particolare delle colate continue Danieli. Infatti, il settore Plant Making ha aumentato il margine operativo lordo (EBITDA) del 23% e il margine operativo netto (EBIT) del 30% con un portafoglio ordini alto e stabile a garantire una visibilità di circa due anni.
Il settore Steel Making si conferma invece con Abs tra i leader europei per produzioni di prodotti lunghi di alta qualità grazie agli investimenti per nuovi impianti che sono stati completati con successo senza interruzioni per i lockdown Covid-19. Questi investimenti sono i primi del programma “Vision 2.000” di Abs che ha l’obiettivo di aumentare il fatturato del 50% e mantenere il primato di essere l’unica acciaieria per produzione di acciai di qualità, con un range di prodotti laminati che va dal diametro di 5,5 mm a 500 mm in un unico sito, con tutti i risparmi su Op-Ex e logistica che ciò comporta.
Il livello dei ricavi del Gruppo è rimasto stabile rispetto a quanto realizzato nello scorso esercizio con un fatturato inferiore nel settore impianti (Plant Making) e in buona crescita nel settore acciaio (Steel Making), che ha mostrato volumi di produzione superiori rispetto al 2019/2020 seppure penalizzato dallo stop parziale negli impianti di Abs Sisak a seguito del terremoto in Croazia e dagli oneri di chiusura delle attività del tubificio Esw in Germania: va sottolineato che senza le perdite del tubificio, l’Abs sarebbe stata in buon utile e questo evince la competitività dell’azienda.
A fine del 2020 è partita inoltre la produzione del nuovo laminatoio vergella Qwr presso Abs SpA a Pozzuolo del Friuli portando ad un incremento della capacità di laminazione della società verso un prodotto premium di alta qualità soprattutto per il mercato europeo e completando la learning curve già nei primi mesi del 2021 con un mercato dell’acciaio nuovamente in una fase migliore della domanda.
L’Ebitda del Gruppo al 30 giugno 2021, pari a 250,2 milioni di euro, si è incrementato del 33% rispetto al valore dello scorso anno finanziario, attestandosi a una marginalità nuovamente interessante in rapporto al fatturato del periodo e garantendo la totale copertura delle ingenti spese di ricerca e sviluppo sostenute nell’esercizio.
I ricavi per il settore Plant Making risultano allineati con le previsioni d’inizio anno e derivano dal rispetto dei programmi di costruzione contrattualmente concordati con i clienti, con un Ebitda di 153,2 milioni di euro, in crescita rispetto il 2019/2020.
I ricavi per il settore Steel Making sono invece superiori al budget di inizio anno e presentano una buona redditività di 97,0 milioni di euro che potrà migliorare nel prossimo esercizio grazie al contributo dei nuovi impianti di laminazione ormai pienamente operativi.
La produzione venduta nell’esercizio dal settore Steel Making (Gruppo Abs) ha raggiunto circa 1.150.000 tonnellate (in salita rispetto ai volumi dell’omologo periodo dello scorso anno), con l’obiettivo di incrementare questi volumi nel 2021/2022 portando nuovamente alla piena produzione la società ABS Sisak in Croazia. L’utile netto consolidato è salito del 28% ma si ritiene di poter migliorare, nel prossimo esercizio, con un contributo positivo di entrambi i settori Plant Making e Steel Making. Il Consiglio di Amministrazione ha preso atto dei risultati dell’esercizio 2020/2021 evidenziando che le performance di entrambi i settori Plant Making e Steel Making – assieme al mantenimento del portafoglio ordini ad un buon livello – fanno prevedere, per il prossimo anno, risultati in miglioramento senza penalizzazioni significative per oneri straordinari.
In evidenza che, come consuetudine, del valore aggiunto globale netto (bilancio sociale) di 567,4 milioni di euro, la parte riservata alla remunerazione del rischio (azionisti tra i quali dipendenti dell’azienda) è limitata a 10,3 milioni di euro e quella dell’azienda è di 69,9 milioni di euro mentre la parte del personale è remunerata con 441,4 milioni di euro, la pubblica amministrazione per 40,4 milioni di euro e liberalità per 1,3 milioni di euro.
La produzione mondiale di acciaio ha raggiunto nel primo semestre del 2021 circa 1.004 milioni di tonnellate con un incremento del 14,4% rispetto allo stesso periodo del 2020 che complessivamente nei dodici mesi dell’anno solare aveva poi raggiunto un totale di circa 1.864 milioni di tonnellate. Le previsioni per l’anno 2021 proiettano un incremento complessivo del 10% dove la Cina mostra una crescita limitata nella produzione mentre il resto dei paesi asiatici sarà in forte crescita assieme ai paesi avanzati e quelli emergenti con percentuali attorno al 15%.
Il coefficiente medio di utilizzo degli impianti, rispetto al livello teorico massimo, si è portato a fine del 2020 poco sotto l’80% con una previsione di crescita all’85% nel 2021. Il mercato dell’acciaio sarà quindi forte nel secondo semestre del 2021 e si prevede un ulteriore miglioramento del 2022 seguendo la ripresa generale post-Covid dell’economia mondiale.
Si conferma sempre più l’impegno dei produttori d’acciaio nell’operare gli impianti in modo sostenibile riducendo il consumo di energia per tonnellata ed utilizzando le nuove tecnologie disponibili (Green Steel) per decarbonizzare la produzione e contenere le emissioni di greenhouse Gas (GHG) rendendo socialmente sostenibile la produzione verso la comunità e l’ambiente.
La sfida intrapresa dai produttori di acciaio è quella di ridurre del 50% le emissioni di CO2 entro i prossimi 10 anni con soluzioni tecnologiche per produrre acciaio liquido attraverso energie rinnovabili e minimizzando l’utilizzo del carbone nel processo produttivo sostituendolo con Gas e l’uso di impianti sempre più flessibili, efficienti e fortemente verticalizzati con soluzioni di produzione in continuo. Il programma prevede un progresso verso zero emissioni previsto per il 2050 grazie all’utilizzo dell’idrogeno ed altre tecnologie in via di sviluppo.
La qualità della produzione con un’elevata finitura, unitamente ad un servizio puntuale al cliente, si confermano ancora i fattori più importanti per ottenere dal mercato prezzi più remunerativi e maggiore continuità nelle forniture verso clienti che tendono a comprimere i volumi di scorta minima dei magazzini chiedendo sempre più spedizioni “on time” di prodotti personalizzati.
Si attende un consolidamento positivo del mercato nella seconda metà del 2021 ed un miglioramento poi nel 2022 e nel 2023 trainati dai forti investimenti privati ed infrastrutture pubbliche previsti dai piani di ripartenza post pandemici promossi dai governi dei paesi con economie emergenti ed in quelle sviluppate.
La decarbonizzazione della produzione di acciaio ha assunto oggi un ruolo centrale per tutti gli investimenti del settore che richiederà ampia disponibilità di energia elettrica da fonti rinnovabili e l’uso prima di Gas e poi di Idrogeno (quando disponibile a condizioni competitive) per permettere una significativa riduzione delle emissioni nel processo industriale.
Le politiche antidumping, ormai attivate da tutti i principali paesi produttori di acciaio, e le prospettate barriere doganali (Cbam) verso acciai prodotti con elevate emissioni di CO2 hanno stimolato la domanda interna per nuovi impianti che devono quindi garantire anche basse emissioni per una produzione sostenibile in linea con la tendenza di riduzione dei greenhouse Gas oggi richiesta ad ogni filiera produttiva. Questo porterà a molti investimenti in impianti innovativi già nel corso del 2021 e negli anni seguenti sostenuti anche dal supporto statale promosso trasversalmente dai principali governi per ottenere una riduzione dell’innalzamento della temperatura media globale.
Per mantenere la competitività in questo mercato Danieli ha investito molto in tecnologie innovative che permettano una produzione Green di acciaio confermando innanzitutto la centralità del cliente e lavorando per: incrementare la produttività degli impianti e con essa il valore aggiunto pro-capite; ridurre il livello delle emissioni GHG per tonnellata prodotta con l’applicazione di soluzioni tecnologiche innovative ed oggi consolidate a basso impatto ambientale; attuare i principi della rivoluzione 4.0 nell’industria siderurgica grazie al progetto Digimet per garantire il controllo totale delle variabili produttive in tutte le fasi di produzione dall’acciaio liquido al prodotto finale, finito e confezionato e velocizzare i processi produttivi con tempi e costi ridotti ed ottimizzando l’efficienza della produzione integrando fasi diverse di lavorazione termomeccanica con soluzioni endless sia per prodotti lunghi e prodotti piani.
La ricerca e lo sviluppo tecnologico attuati da Danieli nell’ultima decade hanno permesso di ampliare la gamma degli impianti offerti all’intero settore Metal (acciaio, alluminio ed altri metalli), riducendo sensibilmente il costo necessario per l’investimento iniziale per singolo progetto (CapEx), ma pure ottimizzando i costi operativi di produzione (OpEx), integrando più fasi di lavorazione all’interno del processo produttivo ed allargando quindi la platea dei potenziali investitori grazie ad una fattibilità economica più agevole degli investimenti sia in paesi con economie mature che in quelli ancora in fase di sviluppo.
Il Presidente del Consiglio di Amministrazione della Danieli e il suo Amministratore Delegato confermano l’impegno della società a promuovere sempre più il suo ruolo di Corporate Responsibility verso la comunità globale, non solo con azioni dirette ma pure indirettamente con i propri prodotti, promuovendo la ricerca e lo sviluppo di equipaggiamenti e macchine per la produzione dell’acciaio con soluzioni Green Steel e Sustainable Steel, migliorando l’efficienza, la sicurezza e riducendo gli sprechi e l’impatto GHG a maggiore protezione dell’ambiente.
Danieli si è iscritta all’iniziativa United Nations Global Compact per promuovere il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità delle Nazioni Unite (SDGs) supportando anche l’iniziativa UN Women’s Empowerment Principles ed ha inoltre partecipato al Carbon Disclosure Project (CDP) risultando, nel 2020, fra i soggetti più meritevoli nell’ambito delle società italiane ed europee, con una posizione di alta classifica ottenuta grazie al grande impegno svolto nello sviluppare soluzioni innovative ed Environmental Friendly per i nostri clienti.
Nello specifico, Danieli ha ottenuto nell’ambito dell’iniziativa “Climate Change” di CDP anche l’approvazione dei propri target di sostenibilità da parte di Science Based Targets Initiative che accompagna più di mille investitori istituzionali a identificare, tra migliaia di aziende, quelle motivate a crescere in modo più sostenibile, gestendo gli effetti del cambiamento climatico sul proprio business.
Il Consiglio di Amministrazione, oltre all’approvazione del bilancio, proporrà all’Assemblea degli Azionisti -convocata presso la sede sociale per il 28 ottobre alle 14 in unica convocazione – la distribuzione di un dividendo unitario di euro 0,17 per le azioni ordinarie e di euro 0,1907 per le azioni di risparmio, per un totale di 13.351.120 euro contro stacco della cedola n. 43 – per entrambe le categorie di azioni – in data 22 novembre 2021, in pagamento dal 24 novembre 2021 (record date: 23 novembre 2021).
Il Consiglio di Amministrazione propone quindi un dividendo più elevato rispetto allo scorso esercizio a fronte dei risultati raggiunti nel periodo dal Gruppo e in vista di un miglioramento dello scenario competitivo in cui l’azienda opera pur mantenendo elevati gli investimenti in ricerca ed innovazione, per sviluppare nuovi prodotti e tecnologie mirate a permettere una produzione Green dell’acciaio. Il Consiglio di Amministrazione ha evidenziato che, negli ultimi 10 anni, oltre l’85% degli utili è stato reinvestito in azienda, non solo per mantenerla finanziariamente solida, ma per investire in nuovi impianti e nell’innovazione.