Electrolux annuncia un piano di ristrutturazione globale, che interesserà fino a 4.000 posti di lavoro in tutto il mondo, principalmente in Nord America.
La notizia arriva dopo i dati del terzo trimestre che accusano perdite molto significative. “La maggior parte delle riduzioni dei costi mirate sarà raggiunta nell’area di business del Nord America”, ha affermato Electrolux, aggiungendo che “sarebbero interessate da 3.500 a 4.000 posizioni”, quasi l’8% delle circa 52.000 che il gruppo ha in tutto il mondo.
Appesantito dall’uscita dalla Russia, da una domanda fiacca e dai problemi di forniture, il gruppo svedese di elettrodomestici ha subìto perdite nette per 605 milioni di corone (55,3 milioni di euro) nel terzo trimestre, secondo il rapporto finanziario pubblicato oggi. Grazie ai prezzi più elevati, le vendite hanno raggiunto 35,24 miliardi di corone, in crescita dell’1,2% su base annua.
“Abbiamo appreso stamane, dal comunicato del Board della Multinazionale che Electrolux attuerà un piano di riduzione dei costi in relazione al significativo calo dei volumi che interesserà tutto il mondo”, si legge nella nota congiunta di Fim, Fiom e Uilm. “E’ evidente che se mettiamo in relazione l’annuncio di stamane con l’andamento del mercato in Europa e i dati di calo dei volumi che provengono dai singoli stabilimenti, non possiamo che essere molto preoccupati”.
“L’incontro previsto per l’8 novembre con la direzione italiana, che ha come ordine del giorno l’investimento sullo stabilimento di Solaro, deve diventare un momento di discussione sulla situazione di tutto il gruppo. Vogliamo a questo punto sapere che intenzioni ha Electrolux in Italia. Inoltre, reputiamo necessario chiedere politiche industriali di settore al nuovo Governo e per questa ragione le segreterie nazionali sono impegnate a programmare un’assemblea dei delegati del comparto, dove elaborare proposte e far sentire la voce dei lavoratori italiani”, conclude la nota sindacale.
“Al Governo e alla Regione l’appello a seguire con grande attenzione la nostra economia reale e le potenziali crisi industriali, a partire dai grandi presidi produttivi intorno ai quali si decidono le sorti di filiere, indotto e interi territori. I segnali di difficoltà della Electrolux di Porcia non sono di oggi, con il calo degli ordini, le giornate di fermo e l’aumento del ricorso alla cig. Non conforta l’annuncio che la maggior parte dei tagli colpirà il Nord America, anzi richiede un rafforzamento dell’interlocuzione istituzionale con proprietà e lavoratori, per prevenire blitz già accaduti con altre multinazionali”. Così la capogruppo Pd alla Camera Debora Serracchiani, dopo che il gruppo svedese ha annunciato il piano di ristrutturazione.