Si aggrava ulteriormente l’emergenza sfratti nella nostra regione. lo segnala l’Unione Inquilini sulla base dei dati forniti dal Ministero dell’Interno. Nel primo semestre 2013, infatti, ci sono stati 632 sfratti in Friuli Venezia Giulia, di cui ben 572 sono per morosità, mentre nell’intero 2012 erano stati 1.100. Si profila, quindi, un incremento tendenziale del 15 % su base annua.
“Si confermano gli effetti della crisi economica – scrive in una nota l’associazione – si perde il lavoro e, poi, si perde la casa per impossibilità di continuare a pagare il canone”.
Venendo al dato disaggregato per provincia, si nota un netto peggioramento a Trieste e Gorizia, mentre Udine e Pordenone sembrano stabili rispetto ai dati pur gravi dell’anno precedente.
A Udine ci sono stati 152 sfratti nel primo semestre 2013, di cui 142 per morosità, in linea col dato 2012. A Pordenone 139 sfratti, di cui 133 per morosità, e si segna un lieve incremento. A Gorizia 82 sfratti, 73 per morosità, con un forte incremento rispetto al 2012, quando erano stati in tutto 122. A Trieste gli sfratti nel primo semestre 2013 dono stati 259, di cui 224 per morosità, mentre in tutto il 2012 era stati 409.
“Pochi giorni fa – commenta il segretario nazionale dell’Unione Inquilini Walter De Cesaris – è stato approvato il decreto Mille Proroghe e solo dopo una durissima battaglia siamo riusciti almeno a far estendere la sospensione delle esecuzioni al 31 dicembre 2014. Si tratta, però, di un piccolissimo cerotto su una ferita purulenta che si estende su tutto il corpo martoriato del Paese: rimangono senza protezione gli sfratti per morosità incolpevole, cioè il 90% dei nuovi sfratti emessi: rimane fuori cioè il cuore del problema attuale, legato all’esplodere della crisi, alla riduzione del potere di acquisto e alla disoccupazione. Di tante promosse del precedente governo, ancora non si è visto nulla. Ancora non è stato pubblicato il decreto che deve stabilire i requisiti per avere diritto ai contributi per l’istituendo fondo sulla morosità incolpevole e gli interventi promessi dal Ministro Lupi nella conferenza Stato Regione dello scorso 31 ottobre per affrontare l’emergenza abitativa sono ancora avvolti nella nebbia”.
“Tra gli impegni mirabolanti sentiti in aula da parte del nuovo governo – continua De Cesaris – non abbiamo ascoltato quello della politica sociale della casa che è, invece, una grande questione sociale inevasa e, al tempo stesso, un investimento per il futuro del Paese. Ci ostiniamo a pretendere risposte: l’emergenza sfratti che cresce ancora è la punta dell’iceberg di una sofferenza abitativa strutturale.
Servono interventi immediati: una sospensione di tutti gli sfratti per passare a una graduazione che consenta, per i soggetti deboli, lo sfratto solo con il passaggio da casa a casa.
Servono interventi strutturali: un piano per 800 mila abitazioni sociali in Italia da realizzarsi attraverso il recupero e il riuso del patrimonio pubblico. Serve una nuova leva fiscale sulla casa che, a costo zero, sposti il prelievo fiscale dalla rendita immobiliare speculativa, per esempio abolendo la cedolare secca per il libero mercato, verso l’affitto socialmente compatibile, per esempio abbattendo totalmente l’imposizione fiscale per chi accetta di ridurre gli affitti della metà”.