“Il nostro mercato è in forte crescita e, nonostante la pandemia, abbiamo ampliato notevolmente la nostra presenza sui mercati: l’anno scorso abbiamo fatturato 4,5 milioni, mentre quest’anno ci attestiamo sui 7”. Parola di Dino Feragotto, presidente di Led Luks, azienda slovena di Šempeter pri Gorici che opera nel settore dell’illuminazione commerciale e industriale.
“Questo ottimo risultato è frutto del lavoro svolto negli ultimi anni. La diversificazione geografica sta pagando molto: pur essendo un’azienda piccola lavoriamo in tutta Europa, in Nord Africa e in Medioriente” spiega Feragotto. “Abbiamo effettuato investimenti ingenti nella digitalizzazione: ci hanno resi più efficienti, flessibili e vicini alle esigenze dei clienti, aumentando, dunque, il nostro appeal. Stiamo rendendo semiautomatiche le nostre linee produttive”.
Ma come sta reagendo l’azienda alla situazione del caro prezzi? “Se prima spendevamo 12mila euro all’anno di elettricità, ora siamo passati a 18mila: certo, l’aumento è notevole, ma le cifre rimangono esigue. Nel nostro margine operativo lordo, l’elettricità pesa circa per l’1%”, spiega Feragotto.
Discorso diverso per i materiali: basti pensare che la Led Luks utilizza circa 10 tonnellate di alluminio al mese. “L’alluminio lavorato è passato da un costo che si aggirava sui 3 euro al chilo a un prezzo attuale che oscilla tra i 5.20 e i 5.70: un incremento superiore all’80%. Lo scorso anno ci sono stati grandi problemi di disponibilità e anche quest’anno, pur essendo tornati a tempi di consegna normali, i prezzi sono rimasti altissimi”.
L’azienda, non ordinando nessuno dei propri componenti e dei proprio materiali dalla Cina, sta subendo in maniera molto marginale l’aumento nel costo dei traporti: le plastiche sono acquistate in Germania e l’alluminio in Italia, dunque le tratte compiute dalle materie prime sono relativamente brevi. E, per far fronte ai rallentamenti nelle consegne, ad esempio per quanto riguarda la componentistica elettronica, Led Luks ha raddoppiato le proprie scorte. Se prima l’indice di rotazione del magazzino 3, ora è di 1.5.
“Finora, nonostante la crisi, non abbiamo mai alzato i prezzi dei prodotti, compensando la crescita dei costi con l’aumento dell’efficienza” racconta Feragotto. “A partire dagli ordini che riceveremo da maggio in poi, abbiamo previsto per la prima volta in assoluto un aumento dei prezzi per rimanere sostenibili: siamo tra le pochissime aziende del comparto a non aver ancora rincarato. Basti pensare che i grandi competitor, negli ultimi mesi, hanno già apportato 2 o 3 aumenti al proprio listino”, conclude Feragotto.