Filomena Avolio (nella foto) è la nuova presidente di Donne Impresa Fvg, l’organizzazione femminile di Confartigianato.
“Voglio rappresentare al meglio, con la collaborazione delle presidenti provinciali e di tutte le dirigente artigiane, le 1.800 imprese iscritti a Donne Impresa, con l’obiettivo di coinvolgere le 8.000 aziende rette da donne in Friuli Venezia Giulia”.
Ha le idee chiare, determinazione, umiltà e voglia di lavorare in squadra la nuova presidente regionale del movimento Donne Impresa di Confartigianato che succede ad Edgarda Fiorini, che è anche presidente nazionale, che lascia dopo 5 anni. Avolio ha origini calabresi, è un’informatica, ha meno di 40 anni ed è contitolare della FF Engineering di Feletto Umberto. La sua candidatura è stata proposta dalla stessa Fiorini che ha anche suggerito che il nuovo presidente non fosse presidente provinciale così da poter dedicare tutto il tempo necessario al gruppo regionale “Tutte noi lavoriamo in azienda e in famiglia – ha detto Fiorini – e per far bene una cosa bisogna dedicare il tempo giusto”.
Proposte che sono state accolte dalla maggioranza delle dirigenti riunite martedì sera 12 novembre a Palmanova per l’assemblea elettiva.
Hanno appoggiato con entusiasmo la candidatura di Filomena Avolio le presidenti di Donne Impresa di Pordenone Donatella Bianchettin, di Udine, Michela Sclausero, di Gorizia Teresa Bortolin e ancora Elisabetta Parise e Vita Lo Russo. Presenti all’assemblea anche il presidente regionale di Confartigianato Graziano Tilatti e il direttore Gianfranco Trebbi. Tilatti, dopo aver ringraziato Edgarda Fiorini e augurato ad Avolio buon lavoro, ha auspicato che il movimento Donne Imprese ritrovi l’unità e la compattezza, pur nelle diversità territoriali, che l’hanno contraddistinto in questi primi anni di vita contrassegnati dall’organizzazione di importanti momenti di formazione e di crescita imprenditoriale e associativa.
“Le associazioni di categoria – ha concluso Tilatti – sono chiamate a una grande responsabilità in questa fase drammatica del Paese che rischia di sfilacciarsi e di contrapporsi. L’artigianato ha dimostrato di essere un autentico collante sociale, ma ora la macchina pubblica deve fare la sua parte mettendo le imprese nella condizione di lavorare”.