Una multinazionale economicamente in salute e proiettata alla crescita deve assumersi la responsabilità di intervenire a fronte di un momento di difficoltà di un suo sito produttivo, in special modo se si tratta di uno stabilimento definito dalla stessa azienda come strategico.
Questo il concetto espresso oggi dall’assessore regionale alle Attività produttive Sergio Emidio Bini nel corso della riunione del tavolo convocato in videoconferenza dal Ministero dello Sviluppo economico (Mise) con all’ordine del giorno la cassa integrazione per il 30 per cento delle maestranze della Flex di Trieste, azienda che produce apparati per la trasmissione di dati ad alta velocità con un organico di circa 460 addetti diretti più 85 lavoratori somministrati.
Dopo aver ringraziato il Mise per la pronta disponibilità al confronto, l’esponente della Giunta ha ricordato come la Regione si sia assunta le proprie responsabilità, offrendo la massima disponibilità nel mettere in campo tutti gli strumenti per sostenere l’occupazione e l’attività produttiva. Come ha rimarcato l’assessore, se alcuni rami d’azienda della Flex attraversano un momento di difficoltà i mancati ricavi non devono ricadere sulle spalle dei lavoratori.
Da parte sua l’assessore regionale al Lavoro, Alessia Rosolen, intervenendo nel corso dell’incontro, ha rinnovato la disponibilità da parte dell’Amministrazione a mettere in campo tutti gli strumenti di politica del lavoro che accompagnino un percorso condiviso fra azienda e organizzazioni sindacali, che parta dalla riaffermata centralità del sito Giuliano.
Infine, la dirigenza della Flex, dopo aver evidenziato le criticità, quali la mancanza di materie prime, la crisi in Ucraina dovuta al conflitto (con la chiusura di uno stabilimento) e l’emergenza Covid a Shanghai, ha ribadito la primaria strategicità dello stabilimento triestino in un’ottica di buone prospettive per il lungo periodo.
“Piena solidarietà ai lavoratori e bene l’attenzione della Regione sulla crisi dello stabilimento della Flex di Trieste, importante il confronto con il Mise, doverosa e indispensabile una presa di posizione forte per salvaguardare l’occupazione e mettere in evidenza la generale situazione del comparto sul territorio”. Così Giorgio Cecco, coordinatore provinciale di Progetto Fvg e coordinatore per le circoscrizioni della Lista Dipiazza.
“Importante mantenere un tessuto industriale tecnologico avanzato e di qualità, con aziende come questa e comunque cercare di bloccare la delocalizzazione – sottolinea Cecco – si deve puntare su attività che guardano al futuro, dal contenuto impatto ambientale ed integrate più possibile con il sistema economico e sociale”.
“Oggi più che mai attività presenti nell’area triestina come quella della Flextronics, vanno stimolate per una valorizzazione dei siti locali, anche nell’ottica di opportunità dello sviluppo portuale e logistico, su cui Trieste sta lavorando. La strada intrapresa dall’amministrazione regionale sulle attività produttive e il lavoro, insieme alle altre realtà coinvolte, come Comune, Autorità Portuale, categorie economiche ed Enti vari, deve assolutamente proseguire per dare una svolta decisiva e Trieste può fare da traino per l’intero Friuli Venezia Giulia, nella programmazione di sviluppo generale, con interventi per incrementare portualità, turismo, ma anche industria di qualità – conclude il referente civico”.