Il fenomeno delle frodi creditizie, che si realizza mediante furto di identità e il successivo utilizzo illecito dei dati personali e finanziari altrui per ottenere credito o acquisire beni con l’intenzione premeditata di non rimborsare il finanziamento e non pagare il bene, anche nel primo semestre 2013 si conferma avere dimensioni di assoluto rilievo; e per il periodo Natalizio, con il fisiologico incremento degli acquisti, si prevede una accentuazione. Malgrado questo, non sembra destare un adeguato allarme sociale.
In effetti, nonostante la crisi economica e la conseguente contrazione dei finanziamenti richiesti ed erogati alle famiglie, dalle analisi presentate nell’ultima edizione dell’Osservatorio Crif sui furti di identità e le frodi creditizie risulta che nel nostro Paese questo fenomeno criminale non accenna minimamente a diminuire (+12,5% nei primi 6 mesi dell’anno).
Relativamente al Friuli Venezia Giulia nei primi sei mesi dell’anno sono stati intercettati ben 86 casi. Inoltre, considerando la contemporanea contrazione dei finanziamenti concessi, nel semestre il rapporto tra il numero di frodi creditizie e i crediti concessi è risultato in crescita del 23,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Entrando maggiormente nel dettaglio, in regione il primato spetta proprio alla provincia di Udine con 27 casi. A seguire in questa poco invidiabile graduatoria le province di Pordenone, con 26 casi, Gorizia (20) e Trieste (13). È nella provincia di Gorizia che si registra l’incremento più consistente rispetto al pari periodo 2012, con un balzo 28,5 per cento.
“Da quando abbiamo iniziato a monitorare sistematicamente questo fenomeno criminale, a partire dal 2005, – spiega Beatrice Rubini, direttore della linea MisterCredit di Crif – abbiamo rilevato un incremento pressoché costante dei casi, ma non sembrano essere cresciute in proporzione la consapevolezza e l’attenzione da parte dei cittadini, nemmeno nelle fasce di popolazione più giovani. Al contrario, i dati del nostro Osservatorio dimostrano che sono ancora una volta soprattutto gli under 30 a essere i più colpiti dal furto d’identità e dalle frodi creditizie, plausibilmente in quanto particolarmente esposti alla circolazione di propri dati personali sul web. Per l’imminente periodo Natalizio ci aspettiamo, come purtroppo sempre accade, un picco di casi coincidente con l’accentuazione dei consumi finanziati durante le festività di fine anno”.
Nel complesso si cade facilmente vittima di frode creditizia tramite furto d’identità per molteplici ragioni; innanzitutto a causa della grande facilità con la quale i criminali riescono ad accedere a informazioni personali e riservate altrui attraverso documenti cartacei o in formato digitale, anche in virtù della scarsa conoscenza dei rischi da parte dei cittadini, con la conseguente ridotta tendenza a tutelarsi adeguatamente adottando comportamenti virtuosi e sistemi di protezione realmente efficaci.
A questo si aggiungono le oggettive difficoltà da parte degli istituti di credito e, soprattutto, degli esercizi commerciali nel verificare la reale veridicità dei dati presentati al momento della richiesta di un finanziamento.
Entrando nel dettaglio delle singole forme tecniche, su base nazionale i prestiti finalizzati continuano a fare la parte del leone, con un’incidenza dell’80,2% sul totale dei casi. In questa poco invidiabile classifica seguono i prestiti personali, con una quota pari al 10,4%, e le frodi sulle carte di credito, con il 7,2 per cento.
Nel periodo di osservazione, però, si registra anche un significativo aumento dei casi perpetrati su cessione del quinto dello stipendio, anche se l’incidenza sul totale rimane ancora complessivamente modesta.
Altro aspetto decisamente interessante che emerge dall’Osservatorio Crif è che il fenomeno del furto di identità sta assumendo proporzioni significative anche per quanto riguarda le frodi perpetrate su cambiali e assegni.
I casi riguardano in particolare l’utilizzo di carnet di assegni rubati o smarriti ed emessi falsificando la firma del titolare e sostituendosi ad esso. Sono, però, tutt’altro che isolati anche i casi in cui viene aperto un conto corrente a nome di un’altra persona per poi emettere assegni a suo nome. In entrambi i casi l’assegno viene inevitabilmente protestato e a pagarne le conseguenze è l’ignara vittima del furto di identità. Nel 95% dei casi gli effetti protestati sono risultati essere assegni, per il restante 5% si trattava di cambiali.
A livello nazionale, anche nel primo semestre 2013 le principali tipologie di prodotti acquistati illecitamente ricorrendo ad una frode creditizia sono state auto e moto, con quasi 1/3 dei casi totali, e gli articoli di elettronica-informatica-telefonia (a esempio computer, smartphone e tablet) che tipicamente si collocano nella fascia di importo più bassa.
Confermano una quota significativa anche i casi relativi all’acquisto di mobili e prodotti di arredamento ed elettrodomestici, anche per importi di tutto rispetto.
Per quanto riguarda le fasce d’importo, rispetto al passato emerge una crescita delle frodi di importo superiore ai 10mila euro (+19,7% rispetto al I semestre 2012).
In ogni caso, la fascia al di sotto dei 1.500 euro si conferma quella più soggetta ai casi di frode, con circa il 38% del totale dei casi.
Questo trend risulta fondamentalmente in linea con l’elevata incidenza sul totale dei prestiti finalizzati e si spiega con il fatto che i finanziamenti di piccolo importo, specie se erogati non allo sportello della banca o della società finanziaria ma direttamente presso gli esercizi commerciali, si caratterizzano per tempi di erogazione più rapidi e controlli meno sofisticati sull’identità del richiedente credito.
D’altro canto, l’aumento dei casi nella fascia superiore ai 10.000 euro sembra suggerire che la sofisticazione con cui vengono commesse le frodi sia sempre maggiore.
Relativamente alla distribuzione per genere, dall’analisi di Crif emerge un aumento dei casi di frode tra le donne (38,3% dei casi totali; in crescita del 9,7% rispetto al corrispondente periodo 2012), concentrati in particolare nelle fasce di importo più basse.
Sotto il profilo socio-demografico, invece, si conferma la tendenza già evidenziata nelle precedenti rilevazioni: il maggior numero di vittime si concentra nella classe di età compresa tra 18 e 30 anni, con il 32,8% del totale, in preoccupante aumento rispetto al corrispondente semestre 2012, in crescita del 9,9%. Seguono la classe di età compresa tra 31 e 40 anni, con il 24,6%, e quella tra 41 e 50 anni, con il 20,5 per cento.
Per quanto riguarda gli importi dei finanziamenti ottenuti fraudolentemente, essi crescono all’aumentare dell’età della vittima: infatti per gli over 50 si rileva una maggiore incidenza di frodi che superano i 10mila euro.
Relativamente alla ripartizione delle frodi per regione, essa mostra una maggiore incidenza in Campania, Sicilia e Lombardia, seguite da Lazio, Puglia e Piemonte. Si tratta nella sostanza delle medesime regioni che anche nel I semestre 2012 occupavano i primi posti del ranking.
Un dato oltremodo allarmante che emerge dallo studio di Crif riguarda i tempi di scoperta della frode: in Italia circa un caso su due viene scoperto dopo più di un anno, ma continuano ad aumentare (14% rispetto al corrispondente periodo 2012) le frodi scoperte addirittura dopo oltre 5 anni.
Questo aspetto risulta particolarmente delicato in quanto più la frode viene scoperta in ritardo, tanto più sarà difficoltoso per la vittima ripristinare la propria posizione creditizia, senza considerare che molto più limitate saranno anche le possibilità di individuare l’autore del crimine. Inoltre, con l’allungarsi dei tempi di detection può peggiorare, anche termini di responsabilità legale, la posizione dell’Istituto che ha erogato il finanziamento nei confronti della vittima di furto d’identità.