Nel 2022 i consumi di beni durevoli in Friuli Venezia-Giulia sono scesi del 3%, rimanendo comunque poco sotto 1 miliardo e 600 milioni (1,583) di euro di spesa complessiva. Secondo l’Osservatorio dei consumi Findomestic, realizzato in collaborazione con Prometeia, la tendenza regionale è vicina a quella media italiana (-2,7%) e migliore rispetto al nord-est: -3,4%. I redditi sono aumentati del 6,9% nell’ultimo anno raggiungendo i 23.811 mila euro per abitante, al 7° posto tra le regioni italiane. I triestini hanno chiuso il 2022 con un reddito medio di 24.633 euro (12° in Italia) distanziando soprattutto Gorizia che rimane sotto i 20.000 euro (19.050) nonostante l’incremento più elevato in regione (+7,7%). Pordenone è la provincia dove le famiglie hanno speso mediamente di più in durevoli (2.929 euro), anche in questo chiude la classifica Gorizia con 2.662 euro.
“La mobilità – commenta Claudio Bardazzi (nella foto), responsabile dell’Osservatorio Findomestic – è il settore che ha sofferto di più in Friuli-Venezia Giulia a causa di una frenata della spesa per auto nuove (-12% per 306 milioni di euro) e usate (-4,3% per 442 milioni). Non ci si può consolare con i motoveicoli nonostante un incremento degli acquisti che vale 2 milioni di euro in più di spesa totale rispetto al 2021 (38 milioni a fine 2022, +3,9%). Analizzando il mondo della casa si deve sottolineare la performance del segmento mobili (+6,6% a 411 milioni) che oggi vale più delle auto nuove in regione, mentre gli elettrodomestici sono rimasti sostanzialmente stabili (+0,5%) a 137 milioni di euro di volumi di spesa. Positivo l’anno della telefonia (+2,6% a 142 milioni), al contrario di elettronica di consumo (-18,8%, 50 milioni) e information technology (-10,2%, 57 milioni)”.
Nel dettaglio, per quanto riguarda le provincie, Pordenone è l’unica dove la spesa in durevoli nel 2022 è calata (-2,4%) meno rispetto alla media nazionale (-2,7%). Anche Trieste, con il 2,8% di flessione è rimasta sostanza eguali tra i confini regionali anche se negli ultimi 12 mesi ha ceduto il 3,3%.