Oggi è una giornata decisiva per il futuro delle banche venete. Si chiude, infatti, la possibilità per i ‘soci traditi’ di aderire all’offerta di transazione, lanciata da Popolare di Vicenza e Veneto Banca per chiudere i contenziosi, dopo il crollo del valore delle azioni. Al momento, la soglia dell’80 per cento stabilita non è stata ancora raggiunta, ma i numeri sono in crescita, con un’adesione che si attesta ben oltre il 60 per cento.
“Con molta probabilità”, commenta Barbara Puschiasis, presidente di Ferconsumatori Fvg, “il termine sarà prorogato al 25 o addirittura al 27 marzo. Gli scenari che si prospettano dopo queste date sono assolutamente dubbi. La più attendibile oggi potrebbe essere quella di una ricapitalizzazione precauzionale dello Stato assieme al Fondo Atlante. Si tratta di un’ipotesi mai realizzata prima concretamente e le cui conseguenze non sono certe per i risparmiatori. Certo, invece, è che la ricapitalizzazione da parte dello Stato avviene solo nel caso in cui ci sia la concreta possibilità che questi istituti possano continuare a vivere e a stare sul mercato”.
Nel frattempo, si muove anche il fronte giudiziario. Oggi, infatti, sarà interrogato Gianni Zonin (nella foto), l’ex presidente della Popolare di Vicenza, indagato dalla Procura per aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza in riferimento al crac dell’Istituto. Assistito dall’avvocato Enrico Ambrosetti, Zonin risponderà alle domande dei pubblici ministeri Gianni Pipeschi e Luigi Salvadori, oltre che dei finanzieri vicentini che, da un paio d’anni, seguono le indagini sulla Banca. Gli altri otto indagati sono stati già ascoltati e quasi tutti hanno scelto di fare scena muta.