Ci siamo: la macchina del redditometro ha innestato la ‘prima’ ed è partita. In questi, infatti, l’Agenzia delle Entrate sta spedendo le prime lettere con richiesta di chiarimenti a quei contribuenti le cui spese risultano incompatibili con il reddito dichiarato. In questa prima fase saranno spedite a livello nazionale 35mila lettere, che giungeranno anche a molti residenti in Friuli Venezia Giulia, dove la base dei contribuenti passati al settaccio in base alle dichiarazioni per l’anno d’imposta 2009 è composta da 961mila persone.
Il ‘richiamo’ del Fisco scatta quando, sulla base dell’incrocio della varie banche dati, le spese risultano nettamente superiori al reddito, oltre cioè il 20%, che costituisce la soglia di tolleranza.
Il contribuente può essere chiamato a rendere conto, quindi, dell’acquisto dell’auto, di investimenti immobiliari, di ristrutturazioni, come anche di particolari cifre su conti correnti o nel risparmio gestito.
Hai comprato un costoso Suv, ma di Irpef hai dichiarato 15mila euro? Tocca a te dimostrare di aver vinto al lotto o di aver ricevuto una grossa eredita dallo zio d’America, oppure di aver tirato la cinghia per diversi anni solo per poterti permettere di stupire gli amici il sabato pomeriggio in centro.
Se l’invio delle lettere è curato dalla direzione nazionale dell’Agenzia delle Entrate, il contribuente destinatario della missiva deve, poi, prendere contatto con le direzioni provinciali. A loro deve presentare il questionario compilato che spiega i motivi della sua ‘incongruenza’ fiscale. Deve farlo entro quindici giorni, salvo richiedere una proroga in caso di difficoltà di reperimento della documentazione da produrre.
Se le spiegazioni sono soddisfacente, la pratica viene archiviata e il contribuente viene congedato. Altrimenti, scatta il vero e proprio accertamento con adesione e viene nuovamente convocato per il contradditorio formale. Peggio ancora se non risponde affatto: rischia una sanzione che può arrivare fino a 2.065 euro, con penalizzazioni anche in caso di ricorso alla giustizia tributaria.
Intanto, la Provincia di Udine annuncia di scendere in campo al fianco dei contribuenti. Il suo presidente Pietro Fontanini ha, infatti, invitato i friulani a cui sono state recapitate queste missive, o sono in procinto di esserlo, a rivolgersi allo Sportello Antimobbing di Palazzo Belgrado che, a seguito dell’estensione della sua operatività anche ai casi legati a richieste di accertamento di natura fiscale-patrimoniale, si occupa anche di quelle condizioni di presunta vessazione da parte del Fisco e delle agenzie di riscossione.
“Ai friulani dico – dichiara Fontanini – non spaventatevi, è necessario prima verificare la legittimità delle richieste formulate dall’Agenzia delle Entrate sul presunto scostamento tra reddito dichiarato e spese effettuate, per questo attraverso il nostro sportello ci mettiamo in prima linea per aiutare i cittadini chiamati a dimostrare che il finanziamento delle spese eccedenti è avvenuto con redditi diversi da quelli posseduti nel periodo di imposta considerato, o con redditi esenti, e quindi non dichiarati, o ancora perché c’è stato il contributo di una terza persona, ad esempio di un genitore che ha elargito al proprio figlio una certa somma per sostenere appunto determinate spese o casi analoghi”.
Il presidente della Provincia di Udine, quindi, confida che il redditometro possa far emergere i casi di evasione e non colpire i piccoli contribuenti costretti a difendersi.