“Il Fondo indennizzo risparmiatori è nel caos”. La denuncia forte e chiara arriva da Consumatori Attivi che segnala come, da inizio dicembre, stiano arrivando “richieste di integrazione per molti di coloro che hanno presentato la domanda nel secondo binario (violazioni massive TUF), rigetti per mancato rispetto da parte dell’istante dei requisiti reddituali e patrimoniali previsti ma anche richieste di integrazioni per alcuni coloro che rientrano nel primo binario”.
“A un anno e mezzo dalla scadenza dei termini per la presentazione delle domande di indennizzo al Fir alcune posizioni del primo binario non sono state ancora pagate e vengono richieste integrazioni su domande la cui documentazione è già completa e per le quali il risparmiatore aveva già inviato i documenti in risposta a precedenti richieste di integrazione”, continua l’associazione.
“Ma la cosa ancora più curiosa è che è stata pubblicata l’attesissima determinazione della Commissione tecnica sui periodi sospetti ai fini delle violazioni massive. Peccato che riporti gli esiti della riunione del 25 novembre 2021 mai resi noti e che il comunicato indichi la data del 13 gennaio 2022. Si tratta di una determina importantissima perché finalmente chiarisce chi la commissione intenderebbe escludere dagli indennizzi tra quanti hanno fatto domanda per il secondo binario. Peccato, però, che tale chiarimento, discutibile, arrivi tardivamente, a giochi fatti essendosi invece tanti risparmiatori illusi di poter accedere al Fondo anche alla luce del fatto che per il primo binario non erano stati posti dei paletti temporali”.
“Insomma continui colpi di scena che stanno mettendo a dura prova i risparmiatori coinvolti. Per non parlare poi del balzano emendamento accolto dalla legge di bilancio e che abbiamo chiesto di rivedere con il Milleproroghe, che andrebbe a riaprire i termini per la richiesta di indennizzo solo per coloro che avevano una domanda non finalizzata sul sito del Fir. Ovviamente, essendo tali profili modificabili, è partita una caccia a profili aperti e inutilizzati per riuscire ad accedere, pur non avendo mai fatto prima la domanda, al fondo”, continua Consumatori Attivi.
“Non capiamo veramente perché in Italia, per l’ennesima volta, non si possano rendere le cose semplici, considerato che il fondo è capiente e ‘ce n’è per tutti’. Basta poco: riaprire i termini per tutti con una finestra temporale di due mesi, velocizzare la macchina dei pagamenti e rendere possibile la modifica di eventuali errori nella compilazione delle domande anche dal punto di vista dei requisiti patrimoniali e reddituali. Non si può sentire che a un anno e mezzo dalla chiusura dei termini per la presentazione delle domande ancora diversi non siano stati pagati e moltissime pratiche siano ancora in alto mare con il dubbio di riuscire ad accedere al fondo. Noi abbiamo presentato l’emendamento per semplificare le cose e speriamo che passi. Vediamo se avremo prova che la buona politica esiste ancora”, conclude la presidente Barbara Puschiasis.