Le imprese ‘lepri’, quelle cioè che continuano a correre, fanno investimenti nell’Ict e nella Industry 4.0 perché ci credono veramente nella rivoluzione digitale, a prescindere dai vantaggi fiscali. È questo uno dei risultati che emergono da uno studio appena pubblicato e realizzato dal Centro universitario di organizzazione aziendale (Cuoa), con sede nel Vicentino e tra le più importanti business school italiane, che ha indagato il sentiment delle imprese ‘Lepri’ del Made in Italy manifatturiero del Nord Italia, su una serie di temi di scottante attualità quali l’entità degli investimenti per Industry 4.0 e il loro impatto reale, il ruolo degli incentivi pubblici per Industry 4.0, il fabbisogno di formazione che accompagna questi investimenti e il ruolo delle politiche fiscali sugli investimenti e le politiche del lavoro. In questa ricerca il Cuoa, di cui è diventato da poco direttore scientifico il rettore dell’ateneo friulano Alberto De Toni, ha coinvolto solo imprese manifatturiere virtuose, cioè quelle che erano di dimensione quasi-media alla vigilia del crack del 2008 e che, oggi, dopo aver affrontato e superato due picchi di crisi (2008 e 2011), hanno ripreso a marciare o addirittura a correre.
Ed ecco cosa emerge. Negli ultimi due anni, l’84% di queste imprese ha fatto investimenti per la trasformazione tecnologica e digitale dell’impresa (il 26% per almeno 500mila euro), investendo soprattutto in macchinari computerizzati o digitali (62%, risposte multiple) e software per la digitalizzazione (62%, risposte multiple).
Questi investimenti sono stati frutto di una precisa strategia dell’impresa, sulla quale l’iper e il super ammortamento hanno avuto un ruolo marginale (solo il 14,3% non avrebbe fatto investimenti senza l’incentivo), ma ben il 52,4% attende il rinnovo di questi strumenti per continuare a investire.
Gli investimenti in Industry 4.0 danno risultati in tempi rapidi (l’82,3% li ha già toccati con mano) e contribuiscono a risolvere un problema annoso dell’Italia: la produttività del lavoro, che con questi investimenti aumenta velocemente; inoltre, permettono di risolvere problemi prima non risolvibili (45,2%) e abilitano innovazioni di processo (38,1%).
Investimento in Industry 4.0 e Formazione viaggiano in coppia: l’81% del campione ha compiuto immediatamente investimenti in formazione per aumentare il grip delle tecnologie digitali; è anche per questa ragione che queste imprese reclamano a gran voce il credito d’imposta per la formazione 4.0.
Infine, le ‘lepri’ manifatturiere del Nord Italia hanno più paura della mancanza di investimenti in infrastrutture digitali, rispetto allo spread elevato.