“Dall’inizio dell’emergenza Coronavirus, nelle imprese produttive nazionali e regionali si sono succedute, anche sovrapponendosi, quattro fasi di gestione amministrativa della crisi”, spiega Massimo Paniccia, Presidente di Confapi Fvg. “La prima, con l’attivazione della CIG e di altri ammortizzatori sociali; la seconda, segnata dall’interlocuzione con le Prefetture ai fini della prosecuzione della attività produttiva in regime di deroga, accompagnata da tutta una serie di problemi interpretativi dei tanti D.P.C.M. che si sono accavallati in questi mesi; la terza, riguardante la redazione e l’applicazione del protocollo, concordato fra associazioni di categoria e organizzazioni sindacali, per la sicurezza e per il contrasto del Covid-19, necessario ai fini della prosecuzione dell’attività, se consentita; la quarta è relativa all’approccio con il sistema bancario per l’applicazione degli interventi dello Stato e della Regione in materia di liquidità”.
Paniccia, inoltre, non manca di rilevare “il paradosso per il quale, nel mentre l’attività produttiva è – o è stata – azzerata per molte imprese o fortemente ridotta per altre, l’impegno amministrativo, organizzativo e di dialogo è cresciuto in maniera esponenziale, sostituendosi pressoché del tutto a quello dedicata alla produzione di reddito. Domani, 8 maggio – continua Paniccia –, si riunirà per la prima volta in teleconferenza il neocostituito Comitato paritetico per la condivisione dei protocolli per la sicurezza nell’impresa, composto da Confapi Fvg, dalle organizzazioni sindacali e dall’Azienda sanitaria universitaria del Friuli centrale”.
“Il Comitato – conclude il Presidente di Confapi Fvg – con la sua attività darà modo all’impresa di dare evidenza oggettiva e documentale del fatto che ha ottemperato a tutti gli adempimenti in materia di sicurezza”.