Fatture con importi di tre, perfino di quattro volte superiori ai numeri abituali, a parità di consumi. Troppe segnalazioni da parte delle imprese per pensare a un errore. Di qui l’approfondimento con i funzionari dell’associazione e l’amara sorpresa di vedere uniti tutti gli attori del sistema idrico territoriale nella decisione di una nuova articolazione tariffaria che genera un impatto economico altissimo, in particolare sulle aziende che, per oggettive necessità di lavoro, sono costrette a consumi elevati.
Giovanni Da Pozzo, presidente di Confcommercio della provincia di Udine, scrive al presidente dell’Anci Fvg Dorino Favot, al presidente dell’Ausir, Autorità Unica per i Servizi Idrici e Rifiuti Davide Furlan e al presidente del Cafc Salvatore Benigno denunciando aumenti inaccettabili e auspicando di poter cogliere un immediato segnale di ripensamento.
“La nostra non è una richiesta di mera concessione di una dilazione di pagamento di problematiche gestionali che sono state caricate sulle imprese – sottolinea Da Pozzo –, ma una formale istanza di revisione di quanto deliberato. Bisogna considerare che oggi più che mai la spia del malessere che attanaglia gli imprenditori sono i conti che si stanno allineando rapidamente ai segni meno, dai ricavi delle vendite alle difficoltà crescenti e impreviste del sistema generale. Il terreno di battaglia di chi rischia sul mercato ogni giorno sta diventando particolarmente complicato: in questo contesto è semplicemente incomprensibile, agli occhi di chi intraprende, accettare delle scelte quali quella dell’aumento di un servizio in privativa”.
Nella lettera Da Pozzo cita sia il passaggio della rettifica dell’articolazione tariffaria decisa dal Cafc, sia il via libera dell’Ausir. “È nostro intendimento fare luce e porre rimedio immediato ad una stortura tanto evidente quanto particolarmente inopportuna – rimarca ancora il presidente della Confommercio –, anche in considerazione del momento storico che stiamo attraversando”.
La replica di Cafc Spa
“La premessa è chiara e viene ribadita ancora una volta: Cafc spa non stabilisce le tariffe, bensì applica i piani definiti dall’Autority regionale (AUSIR) all’interno di un mercato regolamentato. Siamo consci – dichiara il Presidente di Cafc Salvatore Benigno rispondendo in prima battuta alla lettera del Presidente della Camera di Commercio – della grave emergenza sanitaria causata dall’epidemia Covid-19 che ha colpito, e continua a colpire, più duramente alcune categorie produttive del tessuto economico sociale dei nostri territori, soprattutto le micro-imprese artigianali e commerciali”.
“Ciò che era in potere di CAFC attivare, ovvero dilazionare e rateizzare i pagamenti, è stato immediatamente attivato con il pieno sostegno dei Sindaci soci già in occasione della prima chiusura totale, a partire da aprile in poi, proprio per supportare quelle attività che più di altre stavano e stanno soffrendo le conseguenze economiche”.
“Sappiamo bene – prosegue il Presidente – che queste modalità non basteranno, proprio per questo, già in tempi non sospetti, abbiamo sollecitato i vertici di Ausir – era maggio – per l’individuazione di un ‘bonus’ a parziale abbattimento delle tariffe”.
Cafc rimarca la sua azione politico-istituzionale al fine di mettere sul tavolo concrete forme di sostegno più incisive di carattere selettivo e temporaneo per le utenze produttive maggiormente danneggiate. “Sarebbe stato auspicabile un maggior coinvolgimento sinergico da parte della Camera di Commercio a supporto delle istanze già formalizzate all’Ausir”.
Cafc, che opera sul territorio, “ha sempre dimostrato vicinanza al mondo dell’economia regionale come confermano i dati di bilancio che vedono 27 milioni di euro di forniture a beneficio dei 500 fornitori le cui aziende, per il 70 per cento, hanno sede in provincia di Udine, con evidente incremento di produttività a vantaggio del nostro territorio”, conclude la nota.
La risposta di Da Pozzo
“Prendiamo atto della tempestiva risposta del presidente del Cafc Salvatore Benigno, ma, come spesso accade, non si capisce di chi sia la responsabilità. Il problema lo abbiamo sollevato inviando la nostra protesta ad Anci Fvg, Ausir e Cafc, i soggetti del sistema idrico territoriale, tutti decisori, pur con modalità diverse. Le imprese prima del Covid, ma soprattutto dopo, di qualsiasi settore, messe all’angolo dai costi fissi derivanti da utenze, oneri, imposte locali e nazionali, attendono risposte concrete, non lo scarico delle responsabilità”, risponde Da Pozzo.
“Fare impresa oggi in Italia sta diventa un atto eroico, ma di fatto impossibile di fronte alla mancata soluzione di tanti, troppi problemi quotidiani. Ringraziamo dunque il presidente Benigno per la sollecita risposta, ma gradiremmo che la questione venisse affrontata nel merito in un opportuno incontro quanto prima possibile”.