Durante il lockdown, solo un’azienda su dieci ha potuto lavorare perché collegata alle filiere ritenute essenziali. È il bilancio di Comet, il Cluster della metalmeccanica friulana, un comparto di circa 3.800 aziende, che coinvolge 58 mila lavoratori e rappresenta il 43 per cento delle aziende manifatturiere della regione, con un volume di esportazioni pari a 5,8 miliardi l’anno.
Il settore ha messo in pratica tutti i protocolli necessari, anteponendo la salute dei lavoratori a qualsiasi altro aspetto. Una scelta che, come dimostrano le indagini di Confindustria in regione, è valsa un numero bassissimo di contagi in azienda.
“Il colpo subito è forte e la recessione non sarà breve né facile da superare, – afferma Sergio Barel, Presidente di Comet – soprattutto per le aziende impegnate nelle filiere internazionali dell’export, vitali per molte realtà, che rischiano seriamente di perdere terreno a vantaggio dei concorrenti. Le imprese friulane stanno reagendo, trasformando l’atteggiamento iniziale di timore per il futuro incerto in reattività e, seppur pallidi a causa del crollo dei volumi in tutti i settori, i segnali di ripresa già si percepiscono”.
La metalmeccanica friulana sta cogliendo l’occasione per rifocalizzare il proprio business, per aprirsi a nuove sfide, sviluppare prodotti innovativi, creare nuove aggregazioni ed esplorare diverse modalità di sviluppo.
Tutte attività stimolate da Comet attraverso il progetto “Re-Action Fvg”, una serie di tavoli di lavoro online settimanali dedicati ad imprenditori e manager della meccanica friulana che, guidati da figure di spicco del mondo accademico e dell’industria italiana, affrontano i temi centrali della ripresa, creando gruppi di lavoro interaziendali volti a sviluppare quei processi necessari al cambiamento strategico e organizzativo. Realizzati in collaborazione con McKinsey, gli incontri virtuali sono destinati a un numero massimo di 30 partecipanti. L’iscrizione è gratuita, attraverso il sito clustercomet.it nella sezione news.
“Affermare che nessuno resterà indietro è socialmente giusto”, prosegue Barel, “e in tale direzione è fondamentale che l’assistenza dello Stato funzioni, ma per il mondo dell’impresa la verità è che in tutte le crisi c’è una selezione e che vengono premiate solo le aziende più innovative e competitive sul mercato. Gli incentivi e le quote di denaro che verranno messi in circolo sono imponenti ed è dovere delle aziende investire in modo intelligente per non rischiare di utilizzare questi fondi a pioggia. Dobbiamo lottare per difendere le filiere in cui siamo impegnati ed evolvere la meccanica in ottica 4.0 per aumentare la flessibilità e l’innovazione. Le macchine che il mercato richiederà saranno sempre più intelligenti e con l’assistenza a distanza, per i componenti saranno richiesti standard di qualità sempre più elevati, e si svilupperanno sempre di più i servizi, mentre i prodotti risulteranno quasi dematerializzati. Potremo sviluppare mercati on-line anche in settori fino ad oggi impensabili. Dobbiamo però intensificare la cultura del capitale umano, perché sarà al centro del cambiamento. È un percorso che dobbiamo intraprendere subito e lo possiamo fare anche grazie alle nostre le Università, gli ITS, i digital innovation hub, i centri di ricerca, e alle aziende friulane leader mondiali nei propri settori, trainanti per l’economia regionale”.
Conclude il Presidente di Comet: “Dire ‘andrà tutto bene’ è segno di passività e attesa. La realtà è che andrà come noi faremo in modo che vada, ecco perché dobbiamo essere proattivi e aggressivi. E proattività e reattività sono le caratteristiche che ci stanno dimostrando gli oltre 100 imprenditori e manager che partecipano attivamente ai nostri webinar. Le imprese meccaniche di questa regione si stanno incamminando verso un nuovo futuro e saranno ancora protagoniste dell’economia di questa regione. Ne sono convinto”.