L’andamento degli infortuni sul lavoro nei primi due mesi di quest’anno in Fvg evidenziano un calo sostanziale dei casi se raffrontati con quelli dello stesso periodo del 2022, ma restano comunque alti e, soprattutto, il calo registrato in regione, pari al 21%, è decisamente inferiore rispetto a quello nazionale dove è stato registrata una diminuzione del 29,1%.
I dati elaborati dall’ufficio stampa Cgil Fvg sulla base degli Open data Inail, indicano 2.292 denunce di infortunio sul lavoro rispetto alle 2.907 dell’anno precedente. A calare sono gli incidenti sul posto di lavoro (2.012, pari a meno 24.1%), mentre sono aumentati gli infortuni in itinere (280 pari a più 9,4%).
La maggior parte degli infortuni si è verificata nel settore industria e servizi (1.770) dove però si registra un calo marcato pari al 27,6%. Segue il settore pubblico con 463 denunce che tuttavia registra un netto balzo in avanti (più 16,3%). Infine l’agricoltura con 59 denunce (meno 9,2%).
Invariati nei primi due mesi dell’anno i numeri degli incidenti mortali (un solo caso).
I due gravi infortuni sul lavoro accaduti ieri in regione, dei quali uno purtroppo mortale, hanno spinto tuttavia Villiam Pezzetta, segretario generale Cgil Fvg, a invocare politiche di stabilizzazione del lavoro: “Due gravissimi infortuni sul lavoro a poche decine di chilometri di distanza e poche ore di distanza, con un morto e un ferito grave, sono di per sé – afferma Pezzetta – un fatto che interroga le coscienze di tutti: imprese, mondo del lavoro e istituzioni. E lo sono a maggior ragione quando, come in questo caso, ad accomunare i due episodi c’è non solo la giovane età delle vittime, ma anche il fatto che entrambi i lavoratori non fossero alle dipendenze dirette delle aziende dove si sono verificati gli infortuni. Nessun teorema, nessun indice puntato prima che vengano chiarite le dinamiche di quanto accaduto, ma è evidente come la frantumazione del ciclo produttivo e la precarietà, così come la carenza di formazione, siano fattori che incidono negativamente su prevenzione e sicurezza. Da qui la necessità sempre più pressante di politiche tese anche a stabilizzare il lavoro, a garantire la formazione dei giovani, a incentivare la durata e la qualità dei contratti. Non è soltanto una questione di reddito e di opportunità per i nostri giovani, ma anche di sicurezza”.