È finalmente ufficiale: il consiglio di amministrazione del Gruppo Danieli ha approvato il piano di sviluppo sulle proprie acciaierie Abs, decidendo un investimento da 300 milioni di euro su quella di Cargnacco e di 15 milioni su quella croata di Sisak. La multinazionale friulana, così, alla fine ha scelto di ‘scommettere’ proprio sul Friuli. Il maxi investimento, infatti, era stato in forse nell’ultimo anno per una serie di fattori sfavorevoli: oltre agli handicap del sistema Italia e il rallentamento del mercato europeo dell’acciaio, anche la mancanza di sicurezza della fornitura energetica, garantita soltanto dalla realizzazione del nuovo elettrodotto tra Redipuglia e Udine Ovest.
Sotto l’aspetto congiunturale, l’azienda ritiene che “il mercato permane volatile ma comunque si stima che il presente esercizio possa chiudersi meglio del precedente, con volumi e margini leggermente maggiori rispetto al 2012/2013. È opinione diffusa che un qualche tipo di ripresa ci sarà a fine 2014 per consolidarsi nel 2015, anche se le cose non saranno come nel 2007-2008”.
L’altra rassicurazione è giunta, invece, dall’avvio della procedura di realizzazione dell’elettrodotto.
Questi presupposto hanno suggerito, quindi, il gruppo Danieli non solo ad avviare l’investimento, ma anche a farlo in Friuli. Questo porterà diversi benefici: non solo la tenuta occupazionale dell’acciaieria nella Ziu, che altrimenti sarebbe stata destinata a un lento ridimensionamento, ma anche prospettive di crescita dell’indotto.
“È stato approvato un piano di investimenti nel settore Steel Making da attuarsi entro il prossimo triennio – si legge nella relazione al consiglio di amministrazione della Danieli tenutosi ieri – con l’obiettivo di razionalizzare gli impianti e ridurre i consumi energetici, allargando la gamma dimensionale e metallurgica (di qualità) dei prodotti. Il piano prevede una spesa per circa 300 milioni di euro nella fabbrica di Cargnacco e di circa 15 milioni di euro nella fabbrica di Sisak in Croazia, che vanno ad aggiungersi ai 20 milioni di euro per gli investimenti appena conclusi. L’obiettivo è garantire sia una maggiore competitività tecnologica e qualitativa, sia una riduzione del costo di trasformazione, per mettersi nelle condizioni di esportare il 50-60% della produzione. Oggi il settore Steel Making, con le Acciaierie Bertoli Safau e le altre società del Gruppo, impiegano 1.287 dipendenti con un indotto di ulteriori 1.500 persone. La produzione è destinata all’industria automobilistica, mezzi pesanti, industria meccanica, energetica e petrolifera. Abs è la numero uno in Italia e tra le prime in Europa nel settore di pertinenza”.