“In un momento storico, come quello attuale, in cui la sofferenza del sistema industriale – prova ne sono i molteplici fronti di crisi aperti anche in Friuli Venezia Giulia – è tutt’altro che superata, sarebbe utile concentrarsi sulle prospettive future, cercando di coglierne le opportunità ed evitando di ripetere gli errori del passato”.
Gioacchino Salvatore, coordinatore Ast Cisl Trieste Gorizia, interviene sulla crisi della Eaton di Monfalcone.
“La vicenda Eaton sta, purtroppo, insegnando molte cose – afferma Salvatore -. Il ‘togliersi i sassolini – o i macigni – dalle scarpe’, come ha fatto qualche giorno fa un imprenditore locale, non porta, quasi mai, a risolvere i problemi; poi che chi detiene la maggioranza della rappresentatività all’interno di un’azienda deve esercitarla con senso di responsabilità, altrimenti a pagarne le conseguenze, come sta accadendo ai 157 della Eaton, sono i lavoratori. Eaton è l’esempio perfetto del paradosso che il nostro territorio sta vivendo: il peggio è passato, ma le crisi continuano. Allora che fare, se non vogliamo che il tessuto imprenditoriale ed occupazionale collassi definitivamente?
“Scegliamo di agire in modo pragmatico – continua Salvatore -, iniziando a revisionare quella legge regionale sul buon lavoro (18/2005) che prevede diversi strumenti per la gestione della crisi, dotandoli finalmente di copertura economica; replichiamo, anche su filiere diverse da quella della navalmeccanica, l’esempio pratico inaugurato dallo sportello di Fincantieri, che per la prima volta ha messo assieme parti sociali, istituzioni ed aziende in una visione ampia; agganciamolo anche alla formazione, puntando sull’orientamento, ma anche sull’occupabilità di professionalità oggi richieste ma non disponibili sul mercato del lavoro locale. Avere, inoltre, a che fare con le multinazionali (in Friuli Venezia Giulia ce ne sono moltissime anche di provenienza extra-europea), spesso senza vocazione industriale perché nelle mani di fondi finanziari, costituisce un elemento pesantissimo all’interno di un quadro di crisi. Le logiche di queste realtà, specialmente relazionali e comunicative, sono difficili da affrontare sia per il Sindacato, sia per le Istituzioni, come hanno dimostrato purtroppo anche alcune fallimentari trattative al Mise. Mise che – conclude Salvatore – non risolverà da solo neppure la situazione della Eaton, se, parallelamente, non ci sarà la capacità di trovare delle soluzioni fra gli attori delle aziende e del territorio. Delegare a terzi non porterà mai ad una soluzione di problemi locali. Ecco perché sarà necessario rafforzare, anche a livello territoriale, le cosiddette “unità anticrisi”, dotandole di persone esperte, capaci di cogliere i segnali di crisi e non solamente di intervenire quando la bomba è già scoppiata, e facendo in modo che gli attori coinvolti riprendano a parlarsi davvero in termini costruttivi. Ecco perché si devono rilanciare i tavoli di concertazione e di contrattazione anche regionale, in un’ottica di sistema di relazioni che non si attivi soltanto nel momento della certificazione della crisi, ma a monte creando le condizioni per prevenirle e per garantire il benessere del territorio”.
La ‘brutta lezione’ della Eaton di Monfalcone
Gioacchino Salvatore, coordinatore Ast Cisl Trieste Gorizia, interviene sulla crisi dell'azienda che rischia di lasciare a casa 157 lavoratori
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