È stato presentato questa mattina in Camera di Commercio a Pordenone nel corso di una conferenza stampa, il Bilancio di Genere, importante testimonianza che consente di leggere azioni e loro ricadute in chiave differente rispetto al consueto. Una definizione, quest’ultima, che racchiude la peculiarità che le Camere di Commercio che hanno elaborato il proprio B.d.G. sotto egida Unioncamere nazionale, hanno attribuito allo strumento, non solo di reporting. Tra gli obiettivi, infatti, vi è anche quello di generare un circolo virtuoso per migliorare la pianificazione tenuto conto, anche, dei feedback provenienti dagli stakeholder.
Giovanni Pavan, Presidente di CCIAA Pordenone, descrivendo il contesto generale in cui è maturata l’iniziativa, ha osservato che «ora più che mai, in anni di difficile e dolorosa contingenza, siamo impegnati nel costante supporto alle imprese del territorio anche attraverso iniziative volte ad accelerare l’emersione di potenzialità e talenti inespressi. In questo novero rientrano parte delle azioni a sostegno del Comitato Imprenditoria Femminile, organismo nato nel 1999». Un primo accenno di statistica: nella Destra Tagliamento sono oltre seimila le imprese guidate da donne – pari al 24% di quelle attive in provincia e al 25,6% del totale regionale. Una percentuale invariata rispetto agli anni precedenti che testimonia, proprio perché analizzata in un alveo di congiuntura negativa, la solidità della componente femminile nel tessuto produttivo. «Solide premesse – ha aggiunto Pavan – che introducono alcune delle ragioni per le quali l’Ente ha aderito al prog etto di Unioncamere sulla sperimentazione del Bilancio di genere, di cui è parte attiva del gruppo di lavoro da fine 2010».
Rosella Simon, presidente del Comitato Imprenditoria Femminile, tratteggiando le attività, ha spiegato che l’organismo «ha avviato nel 2013 la realizzazione della collana Quaderni di orientamento per aiutare chi si avvicina per la prima volta al mondo dell’imprenditoria, realizzando i primi due titoli. Ad essi si affianca la pubblicazione del primo bilancio di genere, iniziativa che amplia gli orizzonti della collana, rivolgendosi al pubblico degli imprenditori di ambo i sessi come testimonianza complessiva delle scelte politiche e degli impegni economico-finanziari di questa organizzazione, viste in un’ottica di genere. Obiettivo – ha detto ancora – è infatti comprendere e valutare l’impatto e gli effetti differenti delle attività e delle spese sulla componente femminile e maschile, consentendo di riflettere su come si possa favorire lo sviluppo delle pari opportunità, sia all’interno che all’esterno dell’organizzazione».
Secondo Claudia Samarelli, responsabile Unioncamere per l’imprenditoria femminile, «garantire uguale accesso alle opportunità di sviluppo individuale e di partecipazione alla vita sociale, politica ed economica significa anche favorire uno sviluppo più intenso, equilibrato e sostenibile del sistema in generale. Con questo approccio è stato costruito il Bilancio di genere per le Camere di Commercio, un documento che sostanzia una adesione culturale prima ancora che un mero rispetto a un adempimento formale e che permette, in concreto, di leggere “in filigrana” le azioni e le loro ricadute diversificate in chiave di genere. Tale lettura – ha detto ancora Samarelli – viene correttamente effettuata nella duplice prospettiva interna ed esterna, come previsto nelle Linee guida di sistema alla cui progettazione – con il ruolo propulsivo di Unioncamere nazionale – la Camera di Commercio di Pordenone ha attivamente partecipato», assieme ad altri enti: Terni, Ancona, Cam pobasso e Salerno.
Laura Boaro, componente l’Ufficio statistica di CCIAA Pordenone e coordinatrice del Comitato, è entrata nel dettaglio analitico dei numeri. «La situazione di crisi, iniziata nel 2009, ha portato ad un innalzamento del tasso di disoccupazione, sia maschile che femminile. Nel 2012 l’Istat ha registrato un tasso di disoccupazione femminile dell’8,2%, superiore di 2,3 punti percentuali rispetto a quello maschile. Il tasso complessivo è del a 6,9%. Le imprese femminili sono maggiormente presenti in alcuni settori: i servizi alle persone (49,4% del totale), l’agricoltura (33,5% del totale) e le attività di alloggio e ristorazione (33,1%). Dal Registro Imprese – è stato detto – altre utili indicazioni: A fine 2012 in provincia le cariche ricoperte da donne erano 11.372, pari al 27,7% del totale. Tale percentuale, negli ultimi anni, è in lieve crescita».
La Camera di Commercio a Pordenone presenta il bilancio “in rosa”
Nella Destra Tagliamento sono oltre seimila le imprese guidate da donne, pari al 24% di quelle attive in provincia e al 25,6% del totale regionale
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