L’avvento della flat tax ha semplificato la vita e, soprattutto, il peso sulle tasche dei contribuenti. Ma ha fatto anche diminuire i volumi di attività per i commercialisti. La conferma di questa tendenza arriva dal presidente dell’ordine di categoria, Alberto Maria Camilotti. “L’introduzione del regime fiscale agevolato ha fatto diminuire drasticamente il numero di carte e cioè fatture di vendita o di acquisto, anche perché chi aderisce a questo sistema non è obbligato alla tenuta dei registri fiscali”, spiega Camillotti. “Quindi meno registrazioni e meno costi per le imprese che, solo in provincia di Udine, hanno a disposizione 800 commercialisti, 2mila in tutta le regione”.
“Per le partite Iva c’è la possibilità di fatturare fino a 65mila euro, versando il 15% d’imposte sul 78% dei ricavi. In questo modo si dribbla il vecchio sistema e l’imposizione fiscale che era divisa per scaglioni, dal 23 al 43%, con l’obbligo di versamento dell’Iva e tutta una serie di cavilli, ovvero costi per i contribuenti e fatturato per gli studi di contabilità”.
“Molte imprese – spiega ancora Camilotti – che prima potevano sviluppare un fatturato fino a 30mila euro, ora sono migrate nell’orbita della flat tax, con una riduzione dei volumi di lavoro per la nostra categoria che, comunque, può contare su altre competenze. Sicuramente bisognerà concentrare l’attenzione sulle grosse imprese, che continuano a mantenere il vecchio sistema di contabilità. Confermo che l’appeal della nostra professione incontra sempre meno il favore delle nuove generazioni. Se qualche anno fa le iscrizioni avevano numeri importanti, ultimamente si è ridotta a 8-10 accessi all’anno”.