L’economia friulana sta risalendo, ma in maniera discontinua e incerta. È questo il quadro che emerge dall’indagine congiunturale di Confindustria regionale relativa al primo trimestre del 2015. Infatti, in questo periodo, la produzione è cresciuta dell’1,8% rispetto alla fine del 2014 e del 2,1% rispetto a un anno fa, ma le vendite sia sul mercato interno, sia estero, sono sì in aumento rispetto all’inizio del 2014, ma in calo rispetto ai tre mesi precedenti. L’emorragia occupazionale, comunque, sembra essersi arrestata.
Le previsioni di breve periodo degli operatori dell’industria sul secondo trimestre 2015 sono orientate a un moderato ottimismo. Se prevale, infatti, nel complesso, la previsione di stabilità, le previsioni più ottimistiche riguardano l’occupazione e la produzione. Meno ottimistica è l’aspettativa della domanda estera.
“La timida ripresa che abbiamo iniziato a registrare da più di un anno – commenta il presidente regionale di Confindustria Giuseppe Bono – viene confermata, ma procede, interrotta a volte da ricadute, con molta, troppa lentezza. Insomma, stiamo risalendo dal fondo della crisi che abbiamo toccato, secondo le nostre analisi, nella prima parte del 2013, ma siamo ancora bel lungi dall’averla superata. Comunque, dalle interviste fatte ai colleghi imprenditori sul prossimo futuro emerge una aspettativa cautamente ottimistica, che io condivido pienamente. Infatti, si sono aperte per l’economia europea e italiana importanti opportunità che bisogna cogliere e consolidare. Mi riferisco, in particolare, al cambio favorevole dell’euro, che sta ridando fiato alle esportazioni, uno dei nostri più importanti punti di forza; al basso prezzo del petrolio, fattore molto importante per un’economia come la nostra in cui un peso rilevante è dato dalla trasformazione di materie prime e da attività ad alto consumo di energia; alla maggiore apertura del credito alle imprese da parte delle banche, anche grazie alle misure espansive della Bce. Naturalmente, questi sono importanti riferimenti di fondo sui quali è necessario lavorare con impegno individuando obiettivi di sviluppo prioritari su cui puntare; attivando strumenti semplici ed efficaci da mettere a disposizione degli operatori per innovazioni e investimenti; destinando con scelte decise e coraggiose adeguate risorse in rapporto agli obiettivi da raggiungere”.
“Il percorso – conclude Bono – non sarà né facile, né breve, ma è necessario avviarlo rapidamente. Mi sembra che a livello governativo sia nazionale, sia regionale ci si muova nella direzione giusta e se si riuscirà ad attivare sinergicamente il contributo responsabile di tutte le componenti attive della società i risultati non tarderanno a farsi sentire”.