La sensazione era nell’aria e, ora, i dati di un’indagine statistica lo confermano: le imprese friulane conoscono poco e male le opportunità offerte dai parchi scientifici. È diffusa, cioè, una “ignoranza su come si può fare innovazione”, come ha dichiarato il neopresidente di Friuli Innovazione e rettore uscente Cristiana Compagno (nella foto). Lo dimostra la tesi di laurea, cui il consorzio, che gestisce il parco tecnologico ‘Danieli’ alle porte di Udine, ha assegnato un premio. Dalla ricerca, realizzata da Laura Buttazzoni, emerge che il 60% delle aziende target e degli opinion leader (politici, vertici delle associazioni di categoria, giornalisti) conosce Friuli Innovazione, ma che due terzi di esse non sa quali servizi eroga. Eppure, si tratta di consulenze, analisi, sperimentazioni, trasferimenti di know-how spesso gratuiti o, in ogni caso, a tariffe agevolate.
“Ciò che si deduce – incalza Compagno – è che né le imprese, né i cosiddetti opinion leader di questa regione hanno molto chiaro a cosa servono i parchi scientifici e come funzionano”.
Per evitare che il tessuto produttivo continui a perdere occasioni, quindi, la redattrice della ricerca suggerisce “azioni per attrarre l’attenzione delle imprese e conquistarne la fiducia”.
A maggiore ragione alla luce del recentissimo traguardo raggiunto da Techno Seed, l’incubatore di Friuli Innovazione. È tra i primi in Italia e il primo in regione, infatti, ad aver conseguito la certificazione di qualità, prevista dal governo, per il sostegno a start-up innovative.