Il nuovo terminal ferroviario intermodale della città sul Noncello ha visto la luce. La struttura, intitolata a Odorico da Pordenone e inaugurata giovedì 30, è un tassello importante per la logistica e lo sviluppo industriale non solo del Friuli occidentale, ma dell’intera regione e di tutto il Nordest. Questi i numeri: sviluppato su 100mila metri quadri con una superficie di stoccaggio di 50mila metri quadri, si articola su 7 binari, tre per la presa consegna dei convogli e quattro operativi, e ha una capacità massima giornaliera di 8-10 treni.
“Con il terminal – spiega l’amministratore delegato dell’Interporto di Pordenone, Giuseppe Bortolussi – Pordenone diventa un nodo ferroviario importante proprio per la sua collocazione in un ambito industriale che vale 33 miliardi di euro, 19 dei quali solo per l’export (il saldo attivo dell’intero Paese è di 39 miliardi). Il nuovo terminal è stato costruito rispettando gli standard europei e in grado di portare treni oltre le 2mila tonnellate. Ciò, oltre a collegare il nostro sistema con il nord Europa e la Cina, permetterà da una parte di attrarre traffico ferroviario, levandolo dalle strade oggi intasate (la struttura è stata pensata per eliminare 180mila camion dal sistema viario all’anno), dall’altra di ridurre i costi del nostro sistema manifatturiero. Inoltre, sarà abattuta l’emissione di CO2 in atmosfera e, a pieno regime, il numero dei posti di lavoro passerà da mille a 1.300”.
“Questa è una struttura – afferma il presidente di Unindustria Pordenone, Michelangelo Agrusti – importante per l’intera regione e per tutto il Nordest. Servirà i territori del Trevigiano e della provincia di Venezia e sarà strategica perché affronta una delle questioni della competitività del nostro sistema industriale, ovvero la logistica. Da qualche mese l’Austria, e la Svizzera sta andando in quella direzione, ha interdetto il passaggio del trasporto pesante su gomma e noi esportiamo gran parte delle nostre merci propri passando su quei territori. Infine, l’interporto, che sarà collegato anche con Ponterosso di San Vito al Tagliamento nel quale sta nascendo un distretto del vetro, si colloca in un azona densamente industrializzata e che sta attraendo nuove imprese”.
E sia Bortolussi, sia Agrusti pongono l’accento sulla Scuola superiore di logistica, che troverà sede dentro il nuovo building interportuale. La scuola, realizzata dalla collaborazione tra Unindustria, l’Istituto tecnico Navale di Trieste e il Marco Polo di Venezia, si rivolgerà ai diplomati, i quali potranno acquisire una professionalità che oggi sul mercato non esiste. “Abbiamo investito – aggiunge Agrusti – nell’Industry 4.0 e creato le strutture di formazione dell’industria digitale tramite l’Its Kennedy, l’Università e la Fabbrica Modello e tutto ciò concorre a costruire infrastrutture e personale. A Vallenoncello il paradigma è il medesimo”.
Resta però da superare lo scoglio della Cimpello-Gemona. “Per crescere competere ancora – conclude il presidente di Unindustria Pordenone – c’è la necessità indispensabile di completare la rete infrastrutturale con la realizzazione dell’asse autostradale Cimpello – Gemona, un’opera prevista nei piani urbanistici della viabilità regionale da almeno trent’anni. Presto nascerà un Comitato promotore costituito da imprenditori di Udine e Pordenone affinché la regione calendarizzi le attività di realizzazione dell’autostrada”.