Il malgaro? Un mestiere per giovani. Ne è convinto Giordano Chiopris, tecnico dell’Ersa e profondo conoscitore della zootecnia d’alta quota, protagonista recentemente del censimento che ha battuto palmo a palmo tutti gli alpeggi. Rispetto alle 350 attività censite all’inizio del ’900, che resistettero fino alla metà del secolo scorso, oggi le malghe attive nella montagna regionale, che rappresenta il 40% dell’intero territorio del Friuli Venezia Giulia, sono 161, delle quali 64 trasformano il latte in formaggi, ricotte e burro. La grande novità degli ultimi anni è rappresentata dalla presenza crescente di giovani che decidono di tornare a un mestiere antico e faticoso.
Quale futuro possono avere le malghe friulane?
“Il loro futuro è legato ai giovani che proprio in malga possono costruire, a loro volta, il proprio futuro. Ricordiamo che la zootecnia rappresenta il primo anello di una catena molto lunga, non soltanto alimentare, ma anche ambientale. Quella di alta quota, quindi, deve essere presidiata ancora con maggiore impegno, altrimenti la stessa montagna può subire pesanti conseguenze”.
Quale riscontro c’è da parte dei giovani per la zootecnia di alta quota?
“Diversi giovani stanno tornando. Noto che lo fanno perché hanno una grande fiducia delle istituzioni: vedono che capiscono i loro problemi, che sono loro vicine, che non sono quindi soli nell’affrontare queste sfide”.
È possibile oggi tradurre questa sfida in un’occupazione stabile e dignitosa?
“Se lavorano bene hanno un reddito valido. Questo significa che devono continuare a produrre qualità riuscendo a farla riconoscere al consumatore finale. Lo possono fare, per esempio, con il marchio regionale di Piccola produzione locale (Ppl) che si basa su poche semplici regole che consentono di conservare le tecniche di produzione tradizionali e di rendere riconoscibile il prodotto, garantendo al consumatore a valle sulle caratteristiche delle materie prime. Inoltre, accanto all’allevamento e alla trasformazione casearia, l’attività agrituristica è altrettanto importante perché porta lo stesso consumatore finale in azienda, invitandolo a salire in montagna e ad assaggiare i prodotti di malga”.
Su quali nuovi progetti siete impegnati?
“Verranno realizzati uno studio sulla gestione razionale dei pascoli e uno di controllo funzionale delle strutture”.