Rinsaldare e valorizzare i pilastri, prima di puntare a una nuova strategia espansiva. La ‘macchina’ di Latterie Friulane, dopo l’acquisizione da parte del Gruppo Parmalat, sta subendo oggi una profonda revisione. Inserita in un gruppo internazionale, però, l’azienda di Campoformido potrà esprimere tutte le sue potenzialità, non solo nel mercato locale, ma anche all’estero. È quanto annuncia Luigi Del Monaco, direttore generale della Business unit Italia di Parmalat.
Come avete trovato l’azienda dopo l’acquisizione?
“Possiamo individuare i plus nel marchio con forte tradizione territoriale e molto amato dai consumatori friulani, maestranze molto motivate a far parte del progetto di rilancio del sito, ottima relazione con gli allevatori conferenti il latte.
Come handicap, invece, la necessità di investire nell’ammodernamento e nell’efficientamento degli impianti, la necessità di intervenire per il miglioramento della formazione delle maestranze e dei processi aziendali, inoltre costi di produzione non proporzionati agli attuali volumi di vendita”.
Quale strategia produttiva state adottando?
“La strategia del Gruppo Parmalat è quella di produrre in accordo con il territorio, mantenendo la vicinanza con i luoghi di mungitura e una catena di distribuzione corta. Puntiamo sui valori del territorio friulano così tanto da investire anche nelle attività di marketing e comunicazione, come dimostra la recente campagna, che vede testimonial il portiere dell’Udinese Simone Scuffet.
Il nostro primo impegno è recuperare produttività, efficienza e competitività con i prodotti più consolidati della nostra offerta. È importante far andare bene i pilastri della nostra attività. In un secondo momento, quando i pilastri saranno di nuovo consolidati, allora ci sarà tempo anche per l’innovazione. In ogni caso, abbiamo già iniziato a lavorare per qualche novità sulle confezioni e le porzioni”.
Quali sono i vantaggi per l’azienda di essere inserita in un grande gruppo alimentare?
“Livelli di sicurezza più alti, possibilità di accedere a molte professionalità ed esperienze diverse, solidità finanziaria, possibilità di portare i prodotti a maggior valore aggiunto in altri mercati nazionali e internazionali”.
Latterie Friulane rappresenta il maggior produttore di formaggio Montasio, qual è in particolare la vostra strategia in un momento di mercato di sofferenza per i formaggi a pasta dura, ma in questo caso con un marchio di qualità?
“Cercheremo di valorizzare questo formaggio, che ha una grande tradizione e un buon potenziale di crescita. Stiamo valutando le iniziative per proporlo sia al canale ‘tradizionale’, cioè quello dei negozi al dettaglio, sia ad alcune catene che danno maggior attenzione ai prodotti Dop. In un secondo momento cercheremo anche sbocchi importanti su mercati esteri”.