Continua ad alzarsi il tono dello scontro sull’Opa lanciata da Sparkasse su CiviBank. Dopo l’adesione di Friulia, alla vigilia dell’apertura dell’offerta, duramente contestata dal Cda dell’istituto cividalese, ieri era scesa in campo l’assessore regionale Barbara Zilli, replicando alle dichiarazioni della presidente Michela Del Piero.
Zilli aveva ricordato come il gettito fiscale non sia legato alla sede legale di un’azienda, ma a dove maturano le compartecipazioni. Sul tema dell’autonomia, poi, l’assessore alle finanze aveva ribadito come “in un’epoca nella quale la Bce detta le regole e crea obbligatorie fusioni, per noi l’autonomia è garantire la crescita del territorio attraverso strumenti efficienti”.
Non si fa attendere la contro-replica di CiviBank che, in una nota, sottolinea come “in riferimento alle regole Bce, non ci risultano obblighi normativi a che le banche si fondano. Certamente c’è stato un main stream a favore delle concentrazioni bancarie, riferito alle numerose situazioni di banche in crisi, specialmente in Italia. Ma cosa c’entra CiviBank con tutto ciò? Quella friulana è una realtà in piena salute, lanciata in un percorso chiaro di crescita, reddito e sviluppo e di certo non deve, né tantomeno vuole, fondersi. Tutt’altro”, ribadisce il Cda cividalese, che fin da subito ha respinto l’offerta di Sparkasse.
“Non si capisce poi perché, una volta tanto che la nostra regione esprime un’eccellenza in ambito bancario, apprezzata e di esempio a livello nazionale, questa debba essere necessariamente vista come soggetto da aggregare. Quando avrebbe, invece, tutte le caratteristiche per candidarsi a polo aggregante o perlomeno componente qualificante del ‘fare sistema’ finanziario regionale. Non sarà mica per la nostra storica attitudine al ruolo di sotàns, questa volta non della Serenissima ma dei tirolesi, alla faccia dei nostri proclami di specialità regionale?”, attacca CiviBank.
“Il localismo bancario è, invece, un tema tornato prepotentemente alla ribalta negli ultimi anni, quando proprio a seguito del processo di concentrazione esasperata si è colta la differenza di atteggiamento delle banche regionali, in particolare verso le Pmi, tanto è vero che ogni territorio si tiene ben stretta la sua banca regionale. Con qualche meditata retromarcia anche della Vigilanza. Basterebbe ascoltare qualche imprenditore locale per capire quanto è importante che la capacità decisionale, in materia di credito e finanza, appartenga allo stesso territorio di insediamento delle imprese”, conclude CiviBank.