Crollo vistoso dei ricavi per cultura e turismo (-32,5 per cento); in negativo anche l’agricoltura e la pesca (-2,99 per cento) e il settore delle cooperative di produzione e lavoro (-1,3 per cento). Segno positivo, invece, per le 9 Bcc regionali (+21 per cento di raccolta globale); le cooperative di distribuzione e consumo (+8,9 per cento i ricavi) e per la cooperazione sociale (+2,0 per cento).
È questa la sintesi del report di Confcooperative Fvg, presentato alla stampa e all’assessore regionale alle attività produttve, a Udine, che fotografa in maniera realistica gli effetti concreti che, questi due anni di emergenza sanitaria, hanno prodotto sui bilanci delle 523 cooperative aderenti.
Complessivamente, nel 2020, il sistema delle imprese di Confcooperative Fvg ha perso l’1,5 per cento in valore; un dato peggiore rispetto al sistema nazionale dove si segnala un sia pur lieve aumento (+1,0 per cento). Altro indicatore preoccupante del pesante impatto del Covid19 sul sistema, è dato dalla forte riduzione delle nuove iscrizioni al Registro regionale delle cooperative (-41 per cento nel 2021, sul 2020, quando era già in calo del 5,6 per cento, sul 2019).
“Sono dati che testimoniano dell’enorme impatto che la pandemia ha avuto sul tessuto economico e di come essa abbia colpito in maniera estremamente differenziata. I dati che abbiamo raccolto – dice Daniele Castagnaviz, presidente di Confcooperative Fvg – ci consentono di disegnare un quadro dettagliato della situazione: situazione che, peraltro, sarebbe stata ancora peggiore senza gli importanti interventi pubblici che si sono succeduti in questi due anni. La preoccupazione per la tenuta di molte imprese è però reale, complice anche lo scenario internazionale, la cui incertezza potrebbe aggiungersi a tutti gli altri fattori, come l’incremento dei costi di produzione, nell’allontanare la ripresa”.
L’assessore alle Attività produttive e turismo Sergio Emidio Bini ha confermato la vicinanza dell’Amministrazione regionale al mondo della cooperazione e ha annunciato che il sostegno e la concertazione non verranno meno nemmeno in futuro.
“Con grande capacità di analisi prospettica e lungimiranza, la Regione è intervenuta in maniera poderosa e puntuale mettendo in campo ingenti risorse, circa 70 milioni di euro, per dare supporto al tessuto economico, compreso quello cooperativo, nel difficile periodo di crisi causata dalla pandemia, attivando misure a sostegno che hanno contribuito alla tenuta delle imprese e hanno accompagnato la fase di ripartenza”, sono le parole dell’assessore regionale Bini.
“Il mondo della cooperazione rappresenta un comparto molto importante per il Friuli Venezia Giulia, in particolare dal punto di vista degli occupati, persone che metto al primo posto: in questi anni non facili la cooperazione ha messo in primo piano l’interesse verso la famiglia e verso i soci lavoratori, rispetto a quello che poteva essere il profitto – ha detto Bini -. Per spirito di servizio, nei giorni bui della pandemia ha aiutato le comunità dei paesi, è stata in prima fila, a favore dei fragili. Ringrazio Confcooperative Fvg: per il lavoro di squadra con la Regione, in questi anni non semplici, ove assieme alle altre associazioni di categoria abbiamo operato per trovare le soluzioni migliori al fine di favorire la crescita economica della nostra regione”.
“In base a una recente analisi dell’Associazione artigiani e piccole imprese Mestre, che ha preso in esame in particolare le regioni del Nordest, dal 2007 al 2019 la Regione Fvg non era nelle posizioni di testa – ha detto Bini -. Diversi i dati del 2020 in cui emerge come il Friuli Venezia Giulia sia tra le regioni che ha perso meno e che quindi ha tenuto di più. I numeri, poi, del 2021, su tanti indicatori, mostrano come il Friuli Venezia Giulia sia tra le prime regioni in Italia, per il Pil ma anche sulla tenuta occupazionale ad esempio”.
“Abbiamo ancora molto lavoro da svolgere – ha aggiunto l’assessore – ad esempio sulle dimensioni delle nostre imprese, molte di esse infatti sono micro-imprese che in un mercato sempre più globale rischiano di faticare e di andare in affanno; lo stesso dicasi sulla patrimonializzazione e sulla marginalità, che sono sempre più rilevanti tra gli indicatori di salute di un’azienda. Avevamo ottime prospettive per il 2022, anno nel quale speravamo tutti nella ripartenza definitiva, ma che è minata dal problema del caro energia, dell’inflazione ed ora anche dal conflitto in Ucraina che purtroppo porterà inevitabilmente con sé riverberi negativi sull’economia, al momento prematuri da quantificare”.
“Siamo e saremo sempre accanto alle realtà produttive del Friuli Venezia Giulia. Con SviluppoImpresa, la Regione ha messo in atto tutta una serie di interventi legislativi e coperture economiche per aiutare le nostre imprese a pianificare una crescita a medio-lungo periodo” ha chiuso Bini.
Gli addetti delle cooperative aderenti a Confcooperative hanno raggiunto le 19.573 unità, ma anche in questo caso la crisi ha colpito in maniera differenziata i diversi settori: cultura e turismo hanno visto ridursi del 39 per cento l’aggregato delle retribuzioni ai lavoratori del settore. L’emergenza sanitaria ha determinato, invece, la crescita degli addetti delle cooperative sociali (+10,1 per cento) le quali, tuttavia, evidenziano una notevole difficoltà a reperire figure professionali specializzate. Una vera e propria emergenza nell’emergenza: mancano, infatti, 650 operatori sociosanitari, 600 educatori socio-pedagogici, 250 infermieri e 120 educatori sociosanitari.
“Per i settori più colpiti dalla pandemia – commenta il Segretario generale di Confcooperative Fvg, Nicola Galluà – le chances di ripresa sono legate all’effettivo ritorno alla normalità con la progressiva eliminazione delle limitazioni agli spostamenti e alla possibilità di partecipazione agli eventi collettivi. L’incremento dei costi dell’energia e dei trasporti (a due o, addirittura, a tre cifre), però, rischia di erodere in maniera estremamente rilevante le marginalità ridotte tipiche del comparto cooperativo il quale, non solo non è in grado di “scaricare” gli incrementi dei costi sui clienti, ma si è anche già speso molto utilizzando le riserve per salvaguardare l’occupazione e la remunerazione dei soci, in questi due anni difficilissimi. Sulle prospettive di settori, quale quello agroalimentare, potrebbero influire inoltre le tensioni internazionali”.
Le azioni di contrasto a tali aumenti, da attivare in sede regionale e nazionale, non mancano secondo Confcooperative Fvg. La rateizzazione del pagamento delle bollette, potrebbe rappresentare un primo sollievo per le imprese più piccole e con ridotta marginalità, insieme alla riduzione delle aliquote fiscali sui prodotti energetici e la riduzione degli oneri di sistema; il sostegno all’avvio delle comunità energetiche e delle forme di autoconsumo individuale e collettivo; l’incentivo allo sviluppo di gruppi di acquisto di energia; la promozione e il sostegno a forme mutualistiche senza scopo di lucro di acquisto collettivo di beni e servizi energetici in forma cooperativa.
“È una vera emergenza – conclude Galluà – che rischia di allontanare la ripresa e colpire imprese già indebolite dalla crisi indotta dalla pandemia”.