Il primo Cluster italiano del legno porta anche la firma del Friuli Venezia Giulia tra i suoi fondatori e sarà diretto dal friulano Carlo Piemonte, 41 anni, direttore di Cluster Arredo FVG e già presidente di Legno Servizi, nominato direttore generale da tutti i soci intervenuti a Roma alla firma dell’atto costitutivo alla presenza del ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste On. Francesco Lollobrigida. Una iniziativa che compie un ulteriore passo avanti per l’attuazione della strategia forestale nazionale tra le più all’avanguardia in Europa, ponendo altresì l’obiettivo di giungere a una filiera 100% italiana.
Tra i 15 i soggetti fondatori che costituiscono il primo Cluster Italiano del legno, oltre al Cluster FVG, compaiono nomi blasonati dallo spessore nazionale: FederlegnoArredo, CNA, Confartigianato, Confcooperative, LegaCoop, AGCI, Consorzio Legno Veneto, FSC Italia, PEFC Italia, Uncem nazionale, Università della Basilicata, Università di Padova, Università della Tuscia e il CNR. Potenzialità enormi, quelle del mondo delle foreste, che Piemonte ha da sempre intravisto, lavorando per anni “per valorizzare ciò che già c’è”.
Originario di Medeuzza, vissuto in Friuli Venezia Giulia e all’estero, laureato in Diritto internazionale ed europeo all’università di Trieste, dopo l’ingresso nella Polizia di stato (“il servizio militare che mi ha avvicinato alla legge”) Piemonte decide di lasciare il “posto fisso” per studiare all’università e lanciarsi poi professionalmente nel mondo dell’arredo quando, nel 2008, a 27 anni, viene notato dall’allora presidente dell’Asdi Sedia Renato De Sabbata. Il compito richiesto al giovane manager non è semplice: riposizionare il Distretto della sedia prima, quello del mobile poi. Un lavoro costante che ha portato, nel tempo, alla costituzione di un unico Cluster regionale, un modello a cui tante regioni si ispirano. E il suo direttore, da oggi, seguirà le sorti anche di quello nazionale.
I numeri
Le attività produttive legate alla selvicoltura e all’industria del legno e della carta valgono circa l’1% del Pil e il valore della produzione complessiva della macro-filiera del legno italiana si attesta sui 39 miliardi di euro, che, complessivamente, rappresenta circa il 4,5% del fatturato manifatturiero nazionale. Il tasso di utilizzazione delle risorse forestali italiane è basso (prelievo legnoso stimato al 24% dell’incremento di volume), e scarso è il valore merceologico del prodotto prelevato (prevalentemente legna da ardere): ciò rende il Paese fortemente dipendente dall’estero.