“Anno di svolta e, al tempo stesso, di compimento di una strategia che ha reso ancor più evidente il ruolo di Unindustria Pordenone nel contesto socioeconomico del territorio”: c’è grande soddisfazione e consapevolezza nelle parole del Presidente, Michelangelo Agrusti pronunciate durante la tradizionale conferenza stampa di fine anno di questa mattina, cui hanno partecipato anche il Vicepresidente, Paolo Candotti e il Direttore Generale di Confindustria Fvg, Massimiliano Ciarrocchi (entrambi avranno medesima carica, come annunciato dallo stesso Agrusti, nella nascente Confindustria dell’Alto Adriatico). I motivi sono due: la capacità della Territoriale di generare un ecosistema in grado di assicurare alle imprese un contesto più favorevole e la necessità conseguente – realizzata – di un allargamento del perimetro del sistema confindustriale con la realizzazione di un’unica Confindustria tra Pordenone e la Venezia Giulia, una nuova territoriale – detta dell’Alto Adriatico – con oltre 1.300 aziende associate, grandi motivazioni e un peso rilevante nel contesto confindustriale italiano.
“Un matrimonio tra la città della scienza e quella della manifattura” ha detto il Presidente, “un traguardo importante con sinergie straordinarie; la nostra collocazione geografica, ed insieme la nostra dimensione manifatturiera, ci hanno consentito di sviluppare progetti e realtà che da un lato hanno fatto nascere nuove imprese del navale, dall’altro aumentato la subfornitura legata ad una domanda crescente che noi siamo in grado di soddisfare. Proprio questa doppia visione, di grande area manifatturiera, di importante centro di logistica, ha fatto diventare realtà quell’idea che da una parte Pordenone potesse trovare nuove opportunità nel ridefinirsi anche retro-cantiere di una delle più grandi società al mondo nel navale, e dall’altra di diventare con la sua infrastruttura dell’Interporto retro porto di tutta la portualità alto-adriatica oltre che centro fondamentale di scambio da gomma a rotaia”.
Porto e retroporti, quindi, ma non solo: “a Trieste trovano sede importanti istituti di ricerca che ben si coniugheranno con i nostri centri di eccellenza e scienza applicata e si converrà che nella fase di trasformazione del sistema industriale che stiamo vivendo, questo rapporto potrà diventare straordinariamente virtuoso. Pordenone – ha aggiunto – metterà a disposizione l’infrastruttura materiale (es. LEF 4.0 sulla cui progressione ha riferito Candotti) e la formazione, ossia immateriale (Fondazione ITS dove presto partirà un corso di cybersecurity e Logistica), ambito in cui la Territoriale ha investito risorse significative. Il mercato del lavoro Pordenonese assorbirebbe 300 neo-specializzati l’anno contro i 75 attuali – ha puntualizzato – e proprio per colmare questo mismatch tra domanda e offerta daremo vita a una grande campagna di reclutamento». Un ruolo a tuttotondo, quindi, per Unindustria il cui compito è, secondo Agrusti, “quello di interessarsi non solo degli Associati ma della società che li circonda perché in quanto elemento di attrattività esercitabile nei confronti di potenziali investitori e, al contempo, offerta – all’uscita dal lavoro – di una qualità di vita molto alta”.
In ordine alla costituenda Confindustria dell’Alto Adriatico, Agrusti ha anche annunciato di avere in agenda, già nelle prossime settimane, una serie di incontri istituzionali nella Venezia Giulia tra cui quello con il segretario generale dell’Ince, Roberto Antonione, teso a creare opportunità di internazionalizzazione per le imprese.
Solidarietà ai lavoratori Lavinox. Al termine del suo intervento Agrusti ha espresso la propria vicinanza ai lavoratori della Lavinox, che “non vivranno un Natale sereno – ha detto – perché perdere il lavoro è una cosa terribile; analogamente a quanto accaduto a Ferragosto, quando ci ritrovammo con il curatore per risolvere il fallimento Safop, traghettata in poco tempo traghettata verso una soluzione, faremo la nostra parte con altrettanto impegno, ce la metteremo tutta, i lavoratori – ha aggiunto – sono parte essenziale di un ecosistema al quale, faccio mente alla recente stipula dell’accordo dei chimici, vogliamo dare nuove regole”.